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JESINA CALCIO NGANY RITARDA IL SUO ARRIVO A JESI, LA DATA DEL 30 APRILE PER IL PASSAGGIO DELLE QUOTE E’ SEMPRE PIU’ VICINA

JESI, 18 aprile 2018 – Inizia a tingersi di giallo l’arrivo dell’ Ingegner Ngany, “promesso” Presidente della Jesina Calcio.

Ngany ed i suoi collaboratori italiani tra cui, alla sua destra, l’avv. Montaruli

Per la seconda volta il suo arrivo, annunciato per la giornata di ieri, è slittato indicativamente ad un generico fine mese, ed è scontato che la data del 30 Aprile, indicata in precedenza come giusta per mettere il fatidico nero su bianco, potrebbe subire  una posticipazione.

L’Avvocato Massimo Montaruli, mediatore dell’operazione, rassicura sul fatto che Monsieur Ngany è stato prima trattenuto in Camerun e poi in altre parti d’Europa – ieri era dato in Francia – da impegni lavorativi, e non sussistono problemi di sorta.

Motivi sostanziali per non dare credito a queste motivazioni non ce ne sono, ma è chiaro che tifosi ed appassionati, presi nella morsa di incertezza e problemi logistici insiti in una trattativa a distanza vivono la situazione con apprensione e disorientamento.

Intanto, l’attuale Società continua nell’elaborazione della propria road map, e per il 27 Aprile ha convocato un’assemblea straordinaria dei soci, utile ad affrontare le questioni tecniche e burocratiche del  passaggio.

Situazioni delicate ma esterne al campo, che non debbono in alcun modo distrarre giocatori e relativo staff dal fondamentale obiettivo del mantenimento della categoria.

Domenica, nel  match di Castelfidardo, mister Di Donato dovrà rinunciare ai giovani Zannini e Calcina, ottima la prestazione di quest’ultimo con l’Agnonese, ma recupera  l’esperienza di Giorni e Magnanelli.

Fare risultato, possibilmente pieno, è l’imperativo in casa leoncella, per allungare la classifica in coda, e prepararsi alle ultime due battaglie sportive con la possibilità non semplice ma reale, di una salvezza senza passare per le forche caudine dei play out.

Aspettando che da dietro le scrivanie arrivi il bianco o il nero di una “fumata”.

 

Marco Pigliapoco

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