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CHIARAVALLE CRISI MANIFATTURA, LA POLITICA SI SCHIERA CON I LAVORATORI

manifatturaCHIARAVALLE, 9 ottobre 2016 – Solidarietà diffusa per i lavoratori della manifattura tabacchi che arriva sia dai partiti che dai consiglieri di minoranza e che coinvolge i cittadini, attoniti e amareggiati per la probabile chiusura di una fabbrica che vanta 260 anni di storia e che ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo della città, alla qualità della vita dei chiaravallesi, all’emancipazione femminile.

Se il gruppo consiliare di minoranza SiAmoChiaravalle chiede ufficialmente la convocazione di un consiglio comunale aperto e auspica un incontro tra l’amministratore unico di Mit e le istituzioni, una delegazione del Partito Democratico ha incontrato le organizzazioni sindacali e le Rsu dello stabilimento nello storico sito produttivo. “Ci è stata descritta una situazione paradossale: da una parte – dicono Giovanni Brandoni e Jacopo Falà della segreteria PD – un’azienda che da mesi produce utili e sta per stringere contratti di fornitura che potrebbero garantire per almeno due anni il pieno impiego di tutta la forza lavoro e dall’altra un amministratore unico che sta valutando, dopo un percorso poco chiaro, la soluzione di portare i libri in tribunale, mettendo a rischio il prosieguo produttivo della manifattura ed il mantenimento dell’attuale forza lavoro. Ci impegneremo affinché la situazione venga gestita nel migliore dei modi in un tavolo regionale e plaudiamo all’interessamento mostrato dall’assessore regionale Bora e dall’on. Lodolini”.

manifattura1Anche Rifondazione Comunista prende posizione, scrivendo che “le vicende degli ultimi anni erano purtroppo scritte nelle cose, frutto inevitabile della scelta scellerata di privatizzare un’azienda produttiva e ricca di  professionalità”. “Allora fummo soli a batterci contro la privatizzazione e a sostenere la necessità di una piattaforma che assicurasse risorse per attivare nuovi cicli industriali nel territorio e restituisse gratuitamente alla città le tante pertinenze non strettamente legate alle attività produttive (ex Cral, oggi area Fintecna). Fummo noi a ipotizzare nell’area l’insediamento della fiera regionale in alternativa alla concessione per la Quadrilatero di una delle più appetibili aree del territorio e comunque a richiedere uno sforzo di riprogrammazione al fine di consentire un riutilizzo, e quindi occasioni e opportunità di lavoro, di quello che ormai, in gran parte, era divenuto un enorme contenitore dismesso. Oggi è di nuovo il momento unitario della lotta per il lavoro che è anche battaglia  per la dignità e la difesa della memoria della città”.

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