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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

MAI DIRE AUTOMOBILE

Ciò che conta non è la destinazione, ma il viaggio. Peccato che in strada circolino certi “fenomeni” che ti fanno passare la voglia di farlo ‘sto benedetto viaggio. Siòre e siòri, oggi prendo spunto da un articolo di Oltreuomo e vi elenco le peggiori figure da incubo nell’inferno automobilistico quotidiano. Pronti, partenza, via.

1) Bartali&friends
Individui di sesso maschile in piena sintomatologia da andropausa che vagano in bicicletta in penosa emulazione dei loro idoli sportivi. Credendo di pedalare in una tappa del Giro d’Italia anziché tra mezzi pesanti su una carreggiata ridotta, questi simpaticoni su due ruote si muovono sempre in gruppo e mai e poi mai in file ordinate. Senza badare al pericolo che incombe, i Bartali si scambiano di posizione come lepri in corsa e ti bloccano dietro a una nube di tutine rosa shocking così attillate da farti risalire il pranzo di Natale.

2) Il Guidatore della Domenica
È colui che la macchina non la guida, la porta a spasso. E per macchina si intende una familiare carica di figli, cani e cianfrusaglie varie che coprono quasi completamente la visuale del vetro posteriore. Questo bradipo delle feste si muove ad una velocità di crociera che non supera i 50 chilometri all’ora, mai. L’occasionale uso della frizione lo spinge a ingranare al massimo la terza (marce superiori non pervenute).

3) L’uomo Freccia
Automobilista che ci tiene tantissimo a farti sapere ogni sua dislocazione non solo stradale, ma anche di pensiero, parole, opere e missioni. Ti segnala persino lo spostamento dalla gamba destra alla sinistra sulla quale la moglie ha appoggiato la peperonata portata per il lungo viaggio di 15 minuti fra casa loro e quella del cognato. La freccia la aziona un’ora prima di fare una curva e naturalmente la tiene per un’altra mezzoretta dopo aver svoltato. Non fa un movimento senza aver prima messo una freccia. Ne mette così tante da confondere anche il vigile, che non sa bene se fermarlo o applaudirlo per stordita ammirazione.

4) Johnny Mistero
Al contrario dell’Uomo Freccia, Johnny non ti fa sapere nulla di cosa intende fare. La strada è sua e non deve rendere conto a nessuno dei suoi spostamenti (già è tanto se accende le luci di posizione). La freccia non la mette manco morto, lui svolta quando gli va, sterzando d’improvviso; se vuole fermarsi frena di botto, se vuole ripartire da un punto qualunque della strada, si inserisce nel traffico senza esitare. Alcuni ritengono che sia il diretto discendente di qualche clan della malavita, il cui motto è “nente sacciu, nente facciu”. Quindi non gli chiedete spiegazioni, perché c’è caso che vi spari con la lupara.

5) L’Indeciso
“Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?”. L’indeciso filosofico non sa nulla, manco come si chiama, per cui vaga indistintamente sull’asfalto senza un come né un perché. Non comprende affatto cosa stia facendo (guidando) e non manca di ricordartelo con continui cambi di direzione, frecce messe a vanvera nonché rallentamenti da ritiro della patente. Alla fine, grazie a una visione mistica o al mal rovescio della moglie al suo fianco, Platone per fortuna si getta in una direzione qualunque e scompare.

6) La Parcheggiatrice Seriale
Donna di età indefinita (nel senso che gli esemplari spaziano dai 19 agli 80 anni) sprovvista nel data base molecolare del file “come si parcheggia la macchina”. In qualunque spazio vuoto debba infilare la propria auto, la parcheggiatrice va in tilt a priori. Totalmente priva di coordinazione logico-motoria che le consenta di mettere in interazione le ruote della macchina con lo spazio tridimensionale attorno, ella sterza a vuoto, ingranando prima e retromarcia in modo assolutamente casuale con esiti disastrosi. Risultato? Traffico bloccato, bestemmie degne dei migliori bar di Caracas e 33 manovre per posteggiare una Smart in un posto per Tir.

7) Il Trattore
Vero e proprio incubo in tutte le regioni agricole, questo mastodontico mezzo cingolato infesta le strade provinciali creando colonne di traffico da presepe natalizio. La sua insopportabile lentezza, nella maggior parte dei casi, è legata ad un amore incondizionato, quasi morboso, per la striscia centrale della carreggiata dalla quale per nessuna ragione umana o divina si discosta. Impossibile superarlo. La gente in coda dietro di lui ne approfitta per ripercorrere la propria vita in significative sedute di auto-analisi.

8) Il Vecchio col Cappello
Figura mitologica metà pensionato e metà cappello che si aggira nel traffico cittadino sfiorando i 20 chilometri orari. Di norma a bordo di una Fiat Panda, il vecchio col cappello è il peggiore incubo che si possa incontrare su strada perché racchiude in sé tutti i pericoli delle figure precedenti: è praticamente immobile, non conosce la simbologia del cruscotto, non usa marce sopra la terza, mette frecce a casaccio, ignora i segnali stradali, è impossibile da sorpassare. Se ve lo trovate davanti, c’è una cosa sola da fare: pregare.

Dopo questa lista sono un po’ nervosetta: qualche bel fusto mi porta a fare un giro in macchina?

W la Mita. Che Dio la benedica.

 

Gioia Morici

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