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COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

COME FIUMI

 

Un amico ci ha lasciati per proseguire da un’altra parte. Quindi adesso non mi va di scrivere stupidate. Ci sono momenti in cui bisogna fermarsi e rimettere “in ordine” le cose. Capita anche a voi, sì? Oggi voglio prendere in prestito le parole di Alessandro Baricco mentre prova a intendere questo nostro straordinario viaggio. Forse l’unica cosa da capire è che dobbiamo amare la vita, amarla davvero, e non dimenticarci mai di darle un senso pieno e profondo. Sembra tutto assurdo eppure ne vale la pena. Ogni singolo istante. Ogni singolo istante. Io ci credo. Non sono sicura di cosa ci sia dopo…ma sono sicura che fin qui è stupendo. Stupendo.

“Mi viene in mente quella storia dei fiumi e il fatto che si son messi lì a studiarli perché, giustamente, non gli tornava ‘sta storia che un fiume, dovendo arrivare al mare, ci metteva tutto quel tempo, cioè scegliesse, deliberatamente, di fare un sacco di curve, invece di puntare dritto allo scopo. C’è qualcosa di assurdo in tutte quelle curve e così si sono messi a studiare la faccenda e quello che hanno scoperto alla fine, c’è da non crederci, è che qualsiasi fiume, prima di arrivare al mare, fa esattamente una strada tre volte più lunga di quella che farebbe se andasse diritto… sbalorditivo, se ci pensi! Ci mette tre volte tanto quello che sarebbe necessario e tutto a furia di curve…e quello che hanno scoperto con scientifica sicurezza è che i fiumi non sono matti, è la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo e perfino esatto, tanto che tutti, dico tutti, alla fine, navigano per una strada tre volte più lunga del necessario, anzi, per essere esatti, tre volte virgola quattordici, giuro, il famoso pi greco. Non ci volevo credere, in effetti, ma pare che sia proprio così, devi prendere la loro distanza dal mare, moltiplicarla per pi greco e hai la lunghezza della strada che effettivamente fanno. Il che, ho pensato, è una gran figata, perché, ho pensato, c’è una regola per loro, vuoi che non ci sia per noi? Voglio dire, il meno che ti puoi aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso e che tutto questo sbandare da una parte e dall’altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare diritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benché indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza, perché in realtà è semplicemente il nostro modo di andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura, per così dire…cosa volevo dire?…ah, sì, questa storia dei fiumi…è una storia che se ci pensi è rassicurante, io la trovo molto rassicurante, che ci sia una regola oggettiva dietro a tutte le nostre stupidate, è una cosa rassicurante, tanto che ho deciso di crederci, e allora, ecco, quel che volevo dire è che mi fa male vederti navigare curve da schifo come quella di Couverney, ma dovessi anche andare ogni volta a guardare un fiume, ogni volta, per ricordarmelo, io sempre penserò che è giusto così, e che fai bene ad andare, e voglio che tu vada e sono felice che tu vada, sei un fiume forte, sei un fiume, non ti perderai…”.

Ciao Raffaellì.

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