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Ricette per il sorriso

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

MATURA LO DICI ALLA MELA

Giorgio Caproni tra le tracce della maturità 2017. Giorgio Caproni. Ma chi cazz’è?? Ecco, attraverso Caproni, oggi voglio riflettere con voi sulla straordinaria capacità della vita di sorprenderti. Sempre. Voglio dire, affronti l’esame di maturità, studi come un matto, ti fai i foglietti dei temi coinvolgendo anche la settima generazione dei parenti, scardini i siti dei Servizi Segreti per calcolare le probabilità con cui uscirà Manzoni piuttosto che Leopardi, come un allenatore di calcio pianifichi tutte le strategie di gioco possibili e immaginabili e poi?? All’85° entra in campo Diego Armando Maradona Caproni, ti infila un gol a palombella all’incrocio dei pali e ti incula. Ecco, te lo devi sempre aspettare un Diego Inculando Caproni che non avevi previsto. Anzi, proprio perché non lo avevi previsto, el Pibe de Caprons ci sarà. Di primo acchito potresti pensare: “Ma come? Per tutto l’anno scolastico mi asfalti i coglioni con La nebbia agli irti colli, Il fanciullino, l’aratro in mezzo alla maggese, Mastro Don Gesualdo e compagnia bella, è un miracolo se non tento il suicidio dietro il banco…e poi vuoi il tema su CAPRONI?? Ma perché? Dove l’hai pescato?? Che t’ho fatto di male?? Ma allora vuoi che fallisca…sei fetido, sei marcio, sei una carogna: tu, Ministero della Pubblica Distruzione, sei una merda”. No. Frena la mula. Così non la sfangherai mai. Cambia prospettiva e stampati questo principio nella zucca: la vita non procede per schemi. Certo è una roba che ti fa cagare nelle mutande. Ma se ti fermi e guardi un po’ oltre, ti accorgerai che sta proprio lì IL BELLO: in quello che non ti aspetti, che non avevi calcolato, che ti strappa dal quadro e ti lascia stupefatto. Qui tu puoi fare la differenza. D’accordo, sta piovendo a dirotto e non hai l’ombrello. Ma invece di imprecare, IMPROVVISA. Balla sotto la pioggia come Gene Kelly, sbatti i piedi nelle pozzanghere, lascia scorrere l’acqua sulla faccia, schizza i passanti che ti guardano senza capire. Vuoi vedere che ne vale la pena? Che ne esce qualcosa di buono? Tornando a Caproni: leggi la poesia della traccia, non importa se è la prima volta che ci sbatti il grugno. Di cosa parla? Cosa evoca in te? Ti piace? Perché? Che raffronti faresti con gli autori che conosci? Ecco, lo vedi? Non è poi così difficile scrivere ‘sto tema. Anzi, forse ci stai prendendo gusto. Scommetti che ti danno pure un bel voto? Un po’ quello che è successo a me quando, nel 2.180 Avanti Cristo, ho affrontato la mia maturità. Ai tempi, dopo lo scritto, andavi all’orale di fronte a una commissione esaminatrice esterna che ti interrogava su due materie a scelta. Beh, io avevo scelto italiano e inglese. Il programma di italiano ce l’avevo tatuato virgola per virgola anche nei bulbi piliferi. Inglese? Non esagero se dico che sapevo anche quanti peli nel culo aveva la Regina Elisabetta. La famiglia reale non era nel programma? Fa niente. Io ero preparata su tutto. Eccomi, il giorno prima dell’orale, mentre mi dirigo baldanzosa e giuliva a scuola per consultare i fogli delle convocazioni. Sono davanti alla vetrata, cerco “VE Liceo Linguistico Lorenzo Lotto”, scovo il foglio, scorro col dito…Lavezzari, Marcelloni, Milella…Morici: Italiano – Russo. Calma, ho letto male. Col dito (paralizzato), torno a scorrere i nomi. Voce nel cervello: Gioia, trova Morici. M come MERDA, O come OH CAZZO, RI come RIDAMMI L’ARTERIA GIUGULARE CHE M’È SCHIOPPATA, CI come mortacCI TUA. Ndo sta el nome mio?? Traccio con un righello immaginario la traiettoria e, ok, adesso SICURAMENTE sono nella riga giusta. Morici: Italiano- R U S S O. Russo-Russo-Russo. Eh, sì, il Presidente di Commissione, che Dio lo abbia in gloria, aveva deciso che fossi tra i pochi eletti nella storia della maturità italiana a provare il brivido del cambio della materia. Ho ancora scolpita nella memoria la corsa in bici di ritorno verso casa: pedalavo a tutta randa con un’unica lacrima gigante da 152 chili in mezzo alla faccia che mi copriva completamente la visuale. E, credetemi, la tentazione di sterzare e buttarmi con la bici in un dirupo m’è venuta. Perché, ve lo giuro, io non mi ricordavo UN CAZZO DI NIENTE di russo. Avete presente manco che vuol dire “da sfidània”?? Mi veniva solo da bestemmiare (in italiano) ma non ne avevo il tempo, capite? C’era meno di una giornata a disposizione e mi serviva tutta per prepararmi ad affrontare il plotone d’esecuzione. E io, a quel plotone, non gliel’avrei data vinta MAI E POI MAI. Potevano scuoiarmi viva e non avrei emesso un lamento, anzi, avrei sorriso. Con questo spirito ho affrontato la mia maturità: tu all’85° mi sostituisci Lord Byron con Fedor Dostoevskij? Io te lo marco con Claudio Gentile che je spezza un menisco. Beh, durante quell’interrogazione ho fatto di tutto: ho ripescato versi lirici imparati a memoria anni prima, ho cantato “Katiuscia”, ho improvvisato una supercazzola inventandomi di sana pianta termini inesistenti. Ma ero così convincente che era impossibile non darmi credito. E alla fine è andata bene. Beh, a parte il fatto che ho impalato il Presidente di Commissione. Del resto, mentre balli sotto la pioggia, l’ombrello da qualche parte lo devi pur infilare.

La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti (John Lennon).

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