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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

MA NDO VAI SE LA MACCHIA NON CE L’HAI?

Ci sono andata vicina tanto così. Erano nelle mie mani. Le ho guardate a lungo, esaminate, ispezionate. Una tentazione sfrontata e scellerata. Un pensiero stupendo nato un poco strisciando qualche anno fa. Si potrebbe trattare di bisogno d’amore? Meglio non dire che ogni autunno tornano a galla. Io passeggio leggera, senza che la mia coscienza abbia il minimo sospetto che loro sono in agguato, svolto l’angolo e le vedo. Eccole, davanti ai miei occhi, le pupille si stringono a mettere a fuoco la preda, un rivolo di bava mi scende dai canini e una voce d’improvviso dal subconscio mi sussurra lasciva: Prendile…Prendile…E loro, in bella mostra dietro al vetro, ammiccano: LE SCARPE LEOPARDATE. Ebbene sì: sto parlando delle décolleté tacco a spillo dodici con le macchie di giaguaro sopra. Incredibile a dirsi, ma io, davanti al giaguaro, vacillo. Incredibile a dirsi perché il mio look da cosovara stanca la dice lunga su come la penso sullo stile Vie’ qua che te sgranfio tutto. Già, “la pantera” è un concetto che la mia mente non considera. Eppure, di fronte al cavallino leopardato, sono come Ulisse davanti alle sirene: il mio io fetish emerge dagli abissi femminei e alle mie ovaie, a mo’ di richiamo, giunge inconfondibile il ruggito di una tigre da Mompracem. Grrrrrrr. Eccolo il bandolo della matassa tentatoria: presentarmi una sera very aggressive, super trash e molto porc e lasciare tutti a bocca aperta. Infrangere gli schemi, deviare dalle sicurezze, liberare l’alter ego animale: questa è la grande sfida. La scarpa leopardata non è solo una scarpa. È un simbolo: di consapevolezza, di presa di potere, di coraggio. Perché ci vuole coraggio a girare con le macchie de leopardo sui piedi eeh. Ma quando sei una donna della macchia, aah, quando ti dai alla macchia…vuol dire che hai scatenato il selvatico che è in te e non ce n’è più per nessuno. Basta falsi pudori, convenevoli e inutili preliminari: LA CACCIA È APERTA. Liberamo la selvaggina. Sparamo ai tordi. Capisci l’antifona?? Capisci che quando una donna si mette le scarpe da panterona non vole sape’ un cazzo? Lo capisci, sì?? Perché entra’ in una stanza co’ lo scalpo de Simba sul ditone nooooon è la stessa cosa che entra’ co’ le zanduline! È chiarissimo chi è che comanda. Provateci, se sono in modalità Nanda Orfei, a rompermi i coglioni…dai…provateci su! E poi diciamola tutta: il leo’ fa zoccola tanto. Puoi indossare la tunica francescana, la tuta da ginnastica o lo scafandro, ma co’ la macchia giallo-nera e il tacco a spillo sei la tigre del ribaltabile, punto. E l’uomo, così, lo annienti. Il maschio, di fronte alla nuda, semplice, incommensurabile potenza della gnocca, non capisce più manco come se chiama. Va proprio nel pallone, gli si fulmina la retina, fa fatica a respirare, je vie’ le sudarelle, balbetta…un macello. Donne, voi non immaginate neanche che razza de potere c’ha la gheparda. Certo, a girà co’ certi messaggi scoparoli addosso, ce vòle disinvoltura. Ed è lì che io cado. Non ce l’ho ‘sta scioltezza. Vorrei tanto esse spudorata, sottolinea’ tutte le curve, sta’ dalla mattina alla sera co’ le sise de fori, ma la Romina Power anni ’80 che è in me prende il sopravvento. “Ma ndo vo co’ sto pelo siberiano addosso?…Tanto poi non me le metto…Scarpe col tacco ne ho fin troppe…Daje, Gioiè, lassa perde…”. E, puntualmente, desisto. Ma l’altro giorno ce so’ andata vicina tanto cooosì. Le ho infilate, ci ho fatto avanti e ‘ndrè nel negozio, mi sono rimirata il piedino per aria e avevo già la mano sul portafoglio. “Daje, che st’anno le compro”. La commessa che si sperticava in complimenti: “Sì, stupende, le più belle che abbiamo, le stanno da Dio…ottima scelta”. “Beh sì, belle sono belle…ma non so…”. “Sì-sì, le prenda, vedrà non se ne pentirà, è un genere che non passa mai di moda”. “Mi sembrano un po’ alte…”. “Noo…sono comodissime…queste le porta come una ciabatta!”. “Ah sì? E quanto vengono?”. “DUECENTOVENTINOVE EURO”. Qui metteteci la nota lunga e acuta del cardiofrequenzimetro quando vai a fa’ la tèra pel cece. Libera!…libera! No. Niente. Non ce l’ho fatta. Ora del decesso felino: 18,42. Alla faccia del ribaltabile. È proprio vero: “Porco cazzo” è un apostrofo rosa tra Quanto costano ‘ste scarpe?…e…Quanto un colpo che te fulmina. “Guardi, se me diceva 6-7mila euro, ‘ste ciabatte le piavo. Ma a scuoia’ ‘na tigre pe’ 3 piotte me pare proprio cattiveria”. Ce ‘rproo l’anno prossimo, raga’.

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