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di VENERDÌ PENSIERI E PAROLE IN PILLOLE

UNA PAGLIACCIATA INUTILE

A Macerata, in occasione delle celebrazioni per il 25 Aprile, qualche buontempone ha appeso in Piazza un mega fantoccio raffigurante Il Duce, e ha invitato i bambini presenti a spaccargli la testa penzolante, in cambio di appetitose caramelle.

Una prova di “forza” infantile e controproducente, una goliardata idiota, aggravata dal voler coinvolgere dei ragazzini, che avrebbero di certo preferito correre o tirare due calci ad un pallone in un bel parco.

La storia, come sempre, ha distinto con nitidezza gli oppressori da coloro che hanno lottato per la libertà.

Il Regime nazifascista e la conseguente Resistenza non possono essere catalogati a burla. La rappresentazione farsa di quanto accaduto a Piazzale Loreto, è stata una ignobile mancanza di rispetto verso i nostri connazionali che il sangue l’hanno versato davvero. Alle generazioni nuove e nuovissime, chiamate a vigilare affinché l’inferno non abbia mai più posto sulla terra, sarebbe stato utile regalare un libretto dal titolo “Lettere di condannati a morti della Resistenza Italiana” , ma evidentemente gli organizzatori di questa messa in scena pagliaccesca non sanno nemmeno leggere.

 

UN’OCCASIONE PERSA

Suggestivo il terzo murales comparso nei grandi palazzoni di Via San Giuseppe.

Una corda rossa che passa attraverso finestre e terrazzi, a celebrare e rendere attuale l’antico mestiere dei cordai.

Arte, idee e colori come punto di partenza per un quartiere che necessita di un riscatto.

Semplice e genuina la festa che accompagnato l’inaugurazione della nuova opera, con la musica fatta partire direttamente dai balconi, e le piccole attività commerciali protagoniste insieme agli abitanti del rione, a rimarcare un senso di appartenenza che viene intaccato, ma non distrutto, dagli assilli quotidiani. Spazio anche a “Jesi in Comune”, che di sorridere non aveva proprio voglia, e ha posto l’accento sulle tante criticità esistenti. Largamente condivisibile il contenuto del volantino, da rivedere la tempistica della sua distribuzione. Ma in un contesto gioioso e inclusivo, non è passata inosservata l’assenza quasi totale di famiglie straniere. Un’occasione inspiegabilmente persa per coltivare quei rapporti umani fondamentali ad annodare i fili di un discorso, già di se complesso. I rappresentanti delle varie Comunità sono chiamati a riflettere.

 

LE RECITE DI FINE ANNO

L’anno scolastico sta volgendo velocemente al termine, e nelle scuole dell’infanzia si stanno ultimando i preparativi per la recita finale.

Un appuntamento immancabile, che ha le proprie regole.

I babbi devono puntualmente saltare la finale interaziendale di calcio a 8, mentre le mamme sono costrette ad estenuanti sedute di manicure.

Generalmente i frugoletti iniziano la loro festicciola nel pomeriggio, ma già dalle prime ore del mattino iniziano le diatribe per occupare la prima fila, con Nonna Crudelia a difendere con unghie, denti e cinghia della borsa, i posti per due alberi genealogici, e la vicina di casa che non ha una mazza da fare. Tutti seduti, lo spettacolo può iniziare, ed è obbligatorio fare il video al pargoletto mentre ci canta le gesta del coccodrillo che sorseggia camomilla, per poi farlo vergognare quando avrà vent’anni e si presenterà a casa con Miss Intimissimi. Applausi a scena aperta, e via con la carrellata delle foto. Una volta le istantanee polaroid volavano in aria come coriandoli, ora si acquista appositamente il nuovo Samsung S148. Si narra che qualche genitore, per maggior sicurezza, abbia direttamente contattato Oliviero Toscani. La merenda all’aperto è la giusta conclusione di una bella giornata, e tutti a fiondarsi sulla cicerchiata preparata dalla bidella Filomena, già riconosciuta dall’ONU come arma di distruzione di massa, mentre zia Nandina, giunta appositamente da Roma, offre a chiunque un pezzetto di abbacchio per “sciacquarsi la bocca”. Chi se ne importa se abbiamo obbligato i figlioli a mangiare per tutto l’anno, pasta di semi integrale, cremina di piselli e farro in brodo vegetale.  Una mamma pulisce con le lacrime la strisciata d’erba sui pantaloni bianchi appena comprati del proprio cucciolo, intanto il marito è impegnato in una sfida all’ultimo balzo di corsa con i sacchi. Scene di ordinarie recite di fine anno.

 

PRIMO MAGGIO

“Dove andiamo il primo Maggio ?”.

Questa è la domanda più ricorrente in questi giorni, ed alla fine tra concerti, natura, arte, passeggiate al mare rigorosamente con dei passeggini, le proposte non mancano di certo. Anche se la Società è stata corrosa da precariato, jobs Act e porcherie affini, spero abbia ancora un senso ricordare che si tratta della festa del lavoro, e voglio farlo con le parole di Giorgio Gaber.

“Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Un garofano è spuntato d’un sol colpo fra le dita
ma sicuro che sbadato oggi è maggio che ci invita
ad unirci fino a sera per la nostra primavera
forza amici in allegria questa nostra festa sia.

Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Via di corsa tutti in piazza tutti fuori ad applaudire
c’è persin la mia ragazza sotto il sol dell’avvenire
Le officine oggi son vuote dorme il tram nel capannone
rosso maggio le tue note della strada son padrone.

Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Questo giorno è tutti i giorni tutto l’anno vi è racchiuso
primo maggio tu ritorni a dar forza a chi è deluso.
Questa festa è una gran festa non ce l’hanno regalata
su leviamo alta la testa noi l’abbiamo conquistata.

Un giorno per chi vive nel lavoro
un giorno per chi spera nel futuro
un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.”

 

Marco Pigliapoco

[email protected]

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