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diVENERDÌ PENSIERI E PAROLE IN PILLOLE

BENVENUTO A BENVENUTI

Giorgio Benvenuti sarà il nuovo Comandante della Polizia Locale di Jesi.

I buontemponi sperano che saprà usare clemenza con gli automobilisti iscritti al Club dei “parcheggiatori dipendenti della quarta fila”, e chiuderà un occhio quando gli articoli del codice stradale e civile verrano usati per coltivare l’arte dell’origami.

I ragionieri si appellano a lui per far aumentare il monte delle entrate Comunali, e hanno già riempito la sua scrivania di calcolatrici e blocchetti per le multe. I giustizieri di tutte le ore, confidano che sappia riportare in Città ordine e disciplina. Io, molto semplicemente, auguro al Comandante proveniente dal cuore dell’ Emilia, di sapersi integrare al meglio con la nostra Comunità, per conoscerla, capirla, e magari apprezzarla. Dovrà essere capace di interpretare le contingenze, ed essere ferreo con le negligenze.

Ma soprattutto, sono certo abbia ben chiaro un concetto fondamentale: Il corpo della Polizia Municipale è amico di tutti i Cittadini per bene, senza alcun bisogno di mascherarlo da minaccioso tutore dell’ordine. Buon lavoro.

 

STORIE DI PASQUA /1

Come ho già avuto modo di scrivere, il mio terrazzo è un ottimo osservatorio da dove scorgere quello che accade intorno a me. L’altro ieri vedo passare due ragazzini, al massimo dodicenni, che si dirigono verso un coetaneo dalla pelle un filo più scura, intento a scorazzare con la sua bicicletta scalcinata. “Daje, vieni a giocà a pallò con noi, ce ne manca uno”, gli dicono con tono perentorio. “No” risponde l’altro, “resto a girare con la bici”.

A quel punto i due giovanotti nostrani iniziano ad inveire: “Indiano di merda. Quando cammini lasci la scia, perche te e quella p…..a de tu madre non ve lavate”.

Non so se il bambino si chiami Kirtan, Samir o Vikes ma ho fatto il tifo per lui. Mentre consumavo nervoso un piccolo sigaro, con la mente l’ho scongiurato di non cedere, di fregarsene degli insulti ricevuti, e per fortuna, come se avesse ascoltato le mie preghiere, ha continuato per la sua strada.

Dall’alto di qualche metro, ho chiesto ai due piccoli Jesini se si sentivano fenomeni. Hanno alzato lo sguardo bofonchiando qualcosa, e se ne sono andati.

Non voglio denunciare pubblicamente un episodio di razzismo, perche a quell’età anche il becerume ha il dono di rimanere in purezza, ma penso al mondo di noi “grandi”, drammaticamente chiuso in un sottovuoto. A cosa serve il nostro fottutissimo concetto di benessere, se contaminiamo le nuove generazioni con l’odio verso tutto ciò che non ci piace ?

 

STORIE DI PASQUA/2

Ad Alessandria alcuni studenti di un Istituto Superiore hanno circondato l’insegnante con difficoltà deambulatorie, l’hanno legata alla sedia con lo scotch adesivo e presa a calci. I ragazzi sono stati sospesi, e dovranno ripulire i cestini di tutte le classi nei minuti di ricreazione. €

Il dibattito sulla scarsa consistenza della sanzione era pronto a partire, e mentre qualcuno si era già sbilanciato chiedendo di rispolverare la vecchia ghigliottina, ci ha pensato proprio la Prof a zittire tutti.

In un’intervista a “La Repubblica” ha dichiarato: “Sono ragazzi del biennio, si sa come sono fatti. Alcuni di loro sono studenti bravissimi. Si è trattato di un episodio di goliardia”.

Non esiste una punizione più potente di queste parole, che sicuramente hanno centrato mente e cuore dei bulletti.

Volevano deridere una fragilità, ma si sono trovati di fronte ad una grandissima donna, che ha invece di schiumare inutile rabbia, ha liberato amore in aria.

La loro stupida noia si è schiantata su un muro fatto di passione per il proprio lavoro. La buona scuola, quella vera, riparta da Insegnanti così.

 

POESIA DI PASQUA

Ai laici, ai Religiosi, a chi dopo la rubrica di oggi mi definirà come un buonista, a chi saprà trovare il sinonimo e il contrario del termine “buonista”, a chi mi legge sempre e a chi non mi si fila, a chi mi critica e a chi mi manda baci.

Tanti Auguri di BUONA PASQUA.

Dall’uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio.
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
Viva la pace,
abbasso la guerra.

GIANNI RODARI

 

Marco Pigliapoco

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