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Cronaca

FABRIANO 60 ANNI DI ROTARY CLUB, DOMENICA UN CONVEGNO SU WELFARE ED ASSOCIAZIONISMO

FABRIANO, 1 novembre 2017 –  La storia del Rotary Club di Fabriano inizia nell’anno 1957 quando, nella nostra cittadina marchigiana, si crea l’esigenza concreta di far nascere un club –tra i primi nel territorio- per la convergenza di spinte economiche, sociali e culturali. E’ dunque lo sviluppo socio-economico raggiunto in quegli anni, grazie al primo fiorire dell’industria metalmeccanica, quella consolidata delle carta nonché all’intraprendenza di una classe dirigente che traghettava la città fuori dalla profonda depressione economica generata dalla guerra mondiale, non poi tanto distante, che dà la spinta emotiva necessaria a fondare l’associazione che oggi conta sessanta anni.

Il club padrino, Ancona, era già attivo da dieci anni nel territorio marchigiano e si avviava così a fondare un altro club nel territorio fabrianese. Nell’allora Albergo Moderno, presumibilmente il 27 ottobre 1957 anche se alcuni collocano la data in quella del 16 dicembre successivo, si incontrarono 22 soci fondatori animati dallo spirito del fare per la collettività ma anche dal desiderio di conoscersi e mettersi al servizio con le loro capacità e competenze.

I soci, nel prima fase di crescita del club, tenevano essi stessi relazioni durante gli incontri, di cui alta era la partecipazione e assiduità, in un reciproco scambio di conoscenze ed esperienze professionali. I temi che venivano affrontati erano in genere di attualità (come viabilità e turismo umbro-marchigiano), cultura, scuola e istruzione tra cui scienze, filosofia, arte.

Primo Presidente del Rotary Club di Fabriano e per tre anni consecutivi fu l’On. Alfredo Morea. Sessanta anni sono passati da quel giorno di cui oggi il Club di Fabriano fa memoria. Tante le opere e i tanti i progetti realizzati in città e per la città.

Grande il desiderio di fare bene per la collettività e quali espressione di una coscienza critica e culturale della città, i soci rotariani del primo periodo contribuirono, in modo fattivo, a condurre Fabriano e il suo territorio fuori dall’isolamento che da tanto tempo la affliggeva in quanto zona montana segnata da tempo dal fenomeno dell’emigrazione e dalla povertà. I campi di intervento in questi sessanta anni sono stati tutti toccati dall’azione del club. Da ricordare le numerose e continue attività a favore dei giovani, interventi sul patrimonio culturale della città, progetti per la comunità in genere quali il territorio, il sociale, la cultura, la sanità e molto altro ancora.

Molte le attività e gli interventi fatti in favore della città: l’edizione de “La guida artistica della città di Fabriano”, il restauro della lunetta del Maestro di Staffolo sulla facciata dello Spedale del Buon Gesù, il restauro degli affreschi di Antonio da Fabriano nell’ex convento di San Domenico, il corso informativo e didattico nelle scuole per le malattie sessualmente trasmesse, corso di informazione su Alcoolismo e Tossicodipendenze, il progetto sul Distretto Culturale dell’Appennino Umbro-Marchigiano, le gigantografie donate al Liceo Classico “F. Stelluti”, il patrocinio dato al “Fabriano Film Fest”, il Campus disabili delle Marche, le borse di studio Abramo Galassi per giovani diplomati, il premio per le ragazze della Ginnastica Ritmica Fabriano, il restauro del polittico di Allegretto Nuzi con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure, lo Scambio Giovani per esperienze di studio all’estero.

“Per rendere, l’azione efficace oggi come allora – spiegano – ci interroghiamo sul modo di rendere l’azione rotariana incisiva e adeguata alla realtà che lo circonda. Certo è che gli ultimi dieci anni in particolare sono stati caratterizzati da una grande crisi economica e finanziaria e la città di Fabriano ha dovuto assistere alla progressiva e inarrestabile deindustrializzazione, alla chiusura di uffici pubblici radicati in città sin dall’Unità d’Italia, alla perdita di istituzione storiche cittadine”.

Il Rotary è esso stesso associazione, appartenente per sua naturale collocazione al terzo settore, che lavora per progetti per il territorio con risorse proprie o con contributi economici di privati. Dunque, quale associazione si interroga su se stessa e sul modo di poter orientare al meglio la propria azione esterna alla luce del momento assai difficile che stiamo attraversando. E per far questo bisogna conoscere e conoscere dove agire, come agire ma anche con chi e trovare attuali interlocutori e utilizzatori finali del proprio operato.

Si parlerà quindi di welfare e associazionismo il giorno 5 novembre, domenica, nella sala convegni dell’ex convento di San Domenico di Fabriano. In una sessione seminariale con inizio alle 17 si parlerà del Rotary di sessanta anni fa, delle ragioni che hanno portato alla sua fondazione e alla sua fortunata presenza sul territorio cittadino, ma si parlerà anche di come dovrà essere il Rotary di oggi e dei prossimi anni poiché un’azione fortunata richiede una adeguata conoscenza.

Con l’aiuto di esperti di welfare si andrà quindi a conoscere l’attuale situazione del territorio montano, le necessità e i bisogni della popolazione residente e, in particolare, con l’aiuto del sociologo Prof. Emmanuele Pavolini dell’Università degli studi di Macerata si approfondirà meglio il welfare e il terzo settore, la risorsa aggiunta Rotary per le necessità del territorio.

L’incontro è aperto alla cittadinanza perché è volto a costruire con l’aiuto e la collaborazione dei tutti la nuova azione rotariana. L’evento si concluderà con un aperitivo  nel chiostro per brindare insieme al Rotary Club di Fabriano.

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