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FABRIANO GESTIONE PARCO GOLA DELLA ROSSA, DUELLO A DISTANZA TRA SINDACO E SEGRETARIO PD

FABRIANO, 21 novembre 2017 – “Al PD e alla regione non interessa come viene gestito il Parco della Gola della Rossa e di Frasassi ma piuttosto sono interessati a chi”. Attacco così tramite Facebook Gabriele Santarelli (Sindaco di Fabriano e Vicepresidente Unione Montana Esino Frasassi con delega al Parco e Vicepresidente Federparchi Marche con delega al nazionale) la proposta di legge n° 167, che vorrebbe “Modificare la governance dell’Ente Parco, togliendolo dalla guida dell’Unione Montana espressione del territorio, per metterla nelle mani di qualche nominato dalla politica. Mai negli anni passati, quando a esprimere il Presidente era proprio il PD mediante l’amministrazione di Fabriano, si era paventata una cosa del genere. Dovesse andare in porto mi vedrò costretto a decidere l’uscita del Comune di Fabriano dall’Unione Montana decretandone lo scioglimento”.

Parla di mancanza di informazioni Santarelli raccontando anche quanto fatto in questi mesi di attività, e rilancia le accuse dichiarando che neanche il Sindaco di Sassoferrato Ugo Pesciarelli – Presidente dell’Unione Montana – è stato avvisato. “In nessun altro Parco della regione esiste una governance dettata dalla regione. Si sta proponendo un sistema di gestione che non ha eguali nel territorio regionale. Quindi è chiaro che il problema non è il tipo di gestione ma chi gestisce. Nei prossimi giorni incontrerò i sindaci degli altri comuni per capire cosa ne pensano e che tipo di azione possiamo intraprendere insieme. Poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità, compreso il PD locale”.

Immediata la risposta Dem al Primo Cittadino per bocca del Segretario fabrianese Francesco Ducoli, che definisce “Gravissimo” minacciare l’uscita di Fabriano dall’Unione Montana “Le istituzioni non sono una cosa privata che possono essere fatte e disfatte dalle ripicche di un bambino”. E poi prosegue l’affondo sostenendo che: “Il Sindaco può portare avanti le sue istanze in tutte le sedi istituzionali opportune, ma non deve fare della cosa pubblica oggetto di minaccia per i suoi interessi: quell’affermazione deve essere immediatamente ritirata, rappresenta un insulto per la comunità non solo di Fabriano, ma di tutta la zona montana”.

Replica quasi immediata del Primo Cittadino, sempre tramite social network che ricorda la “genesi” delle Unioni Montane. Non lesinando critiche. “Con la riforma degli enti locali le Comunità Montane vennero soppresse e come al solito si trovò l’escamotage di salvare capra e cavoli istituendo le Unioni Montane. La regione Marche emanò una legge che per poter costituire le Unioni Montane era necessario avere l’adesione di almeno il 50% dei comuni che appartenevano alle Comunità Montane. Per noi 5 comuni. Fabriano, Sassoferrato, Serra San Quirico, Cerreto d’Esi e Genga. All’ultimo minuto Genga si defilò ed in Regione venne presentato un emendamento con il quale si stabiliva che fosse necessario solo il 40%, quindi nel nostro caso solo 4. Questa è la storia che il segretario fa finta di non ricordare o non conosce”. E poi conclude, sottolineando le differenza con la precedente gestione dell’Unione Montana ed affondando ancora nei confronti del segretario Dem. “Quindi sentirlo dire che “ le istituzioni non sono una cosa privata che possono essere fatte e disfatte dalle ripicche di un bambino” è oggettivamente ridicolo e dovrebbe piuttosto chiederne conto a chi lo ha preceduto. L’unico interesse di chi allora fece queste manovre era quello di poter continuare a gestire il Parco”.

L’ultima puntata della discussione è ancora Pd, con il Segretario fabrianese Ducoli a controreplicare: “Voglio dare un piccolo consiglio al nostro Sindaco: facciamola finita con questa storia, ormai noiosa, di dare la colpa al PD per liberarsi dalle proprie responsabilità. Quanto è stato detto dal rappresentante della Città è fuori da ogni ragionevolezza, inconcepibile”. E poi affonda. “Non credo che il Sindaco ricordi che la costituzione delle Unioni fosse un atto dovuto, La costituzione dell’unione era infatti l’unico modo per garantire una gestione associata dei servizi”.

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