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Cronaca

FABRIANO ORAZIO E ARTEMISIA GENTILESCHI, UNA MOSTRA CONTRO IL TERREMOTO

FABRIANO, 8 giugno 2017 – Risorgimarche non si fermerà ai concerti di questa estate, Risorgimarche non si concluderà con il live di Francesco de Gregori il prossimo 3 agosto. Risorgimarche proseguirà ed arriverà anche a Fabriano, ma con nome e forma diversa. Approvato nelle scorse ore, dal Comune di Fabriano, un protocollo d’intesa con la regione Marche per ospitare una delle 6 mostre (la prima partirà da luglio) che andranno a ricostruire il dialogo tra i turisti ed i marchigiani.

“Orazio e Artemisia Gentileschi: il naturalismo nelle Marche”, questo il titolo della mostra fabrianese che si andrà ad innescare attorno le altre 5, e che andranno a sostenere e differenziare il rilancio artistico che andranno a proseguire l’opera lanciata da Neri Marcorè. Fabriano ospiterà la mostra queste esposizioni a partire dal prossimo febbraio 2018, e sarà la pinacoteca “Molajoli” il luogo prescelto fino a settembre. Non solo la città della carta, perché anche la vicina Matelica sarà protagonista anche lei con una mostra diversa.

La mostra sarà curata dagli storici dell’arte del calibro di Andrea De Marchi e di Anna Maria Ambrosini Massari con il sostegno del Mibact e della Regione Marche che coprirà tutti i costi di organizzazione e gestione.

Protagonisti dell’esposizione fabrianese Orazio, Artemisia Gentileschi ed il naturalismo.  Di Orazio, padre di Artemisia sappiamo il grande legame con il territorio (rimase nelle Marche tra il 1613 ed 1619), le sue opere conservate in Cattedrale e all’interno di San Benedetto e la grande bellezza della “Madonna con Bambino e Santa Francesca Romana”. Opera meravigliosa, nota anche come Madonna di Casa Rosei, ed ora ospitata ad Urbino nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche. La pala, una delle più belle di Orazio Gentileschi, rappresenta la visione di santa Francesca Romana, che ottenne dalla Vergine Maria il privilegio di tenere il Bambino tra le sue braccia. Una visione che si lega con il contesto della quotidianità tipica di ogni famiglia con tratti evidenti di naturalismo caravaggesco.

 

 

E poi la figlia, Artemisia, artista dal talento purissimo, donna orgogliosa e battagliera. Autrice della magnifica tela “Giuditta che decapita Oloferne” e simbolo di un femminismo capace di andare oltre la violenza perpetrata nei suoi confronti dal maestro Agostino Tasso. Amico e collega del padrefrequenta Artemisia Gentileschi per volere paterno, per insegnarle la prospettiva. La denuncia arriva dopo che il Tassi ha commesso violenza nei confronti di Artemisia, venendo condannato dopo un processo duro e pieno di insulti e voci false nei confronti della giovane Artemisia. L’analisi dei documenti evidenzia la forte personalità di una donna, al tempo dei fatti adolescente, ma anche la durezza sconfinante nella crudeltà dei metodi inquisitori di allora. Artemisia, infatti, depone le sue accuse contro Agostino Tassi sotto tortura (schiacciamento dei pollici).

Non resta che attendere l’annuncio ufficiale proveniente da Ancona quindi, ma ormai è solo questione di giorni se non di ore.

 

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