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FABRIANO TUTTI A TEATRO CON LE GIORNATE DI PRIMAVERA DEL FAI

La bellezza del territorio

 

FABRIANO, 19 marzo 2019 – 4 luoghi da visitare, 3 città ed un fine settimana da dedicare interamente alla giornate del Fondo Ambientale Italiano. Fabriano, Genga (nello specifico la frazione di San Vittore alle chiuse) e Sassoferrato per raccontare luoghi poco conosciuti dai cittadini e dai turisti. Sabato e domenica dedicate alla “Giornate Fai di Primavera” .

A livello regionale saranno 75 i beni aperti in tutta la regione e circa 3.600 ciceroni impegnati nel raccontare i segreti del patrimonio culturale marchigiano nel particolare ed italiano in generale.

Il gruppo Fai di Fabriano – attivo da 16 anni – metterà in campo 150 alunni in qualità  di apprendisti ciceroni. Gli alunni sono stati preparati dai professori dello scientifico, del classico, del turistico ed artistico. I ragazzi saranno riconoscibili da una spilla verde con scritto propri “apprendista Cicerone”. Sarà possibile anche iscriveri e quindi sostenere l’opera e tutela dei beni protetti dal Fai.

Ecco i tre luoghi del cuore della zona nel dettaglio

Fabriano

Per la città della carta fari puntati sul teatro Gentile. Un teatro dalle molte vite, da quella originaria a nome Teatro dell’Aurora a quella drammatica del Teatro Camurio, bruciato in un incendio a solo 11 anni dalla inaugurazione nel 1863. Nel 1869 ripartirono i  lavori per la nuova vita del teatro,  e l’inaugurazione nel 1884 avvenne mettendo in scena l'”Aida” di Verdi. Stucchi e dorature furono realizzate da Francesco Mannucci e Francesco Battaglia, mentre il sipario e la volta furono opera di Luigi Serra e Luigi Samoggia. Il corredo scenico infine fu realizzato da Luigi Bazzani. Oggi il teatro è parte integrante della cultura fabrianese, tra prosa e musica sinfonica.

La visita sarà curata dai ragazzi del Liceo Classico “F.Stelluti”, da quelli del liceo scientifico “Volterra”,da quelli del Liceo Artistico “Mannucci” e dall’Istituto “Morea” ad indirizzo turistico. Questi gli orari d’ingresso. Sabato: 09:30 – 12:30 – 15:00 – 18:00. Domenica: 09:30 – 12:30 – 15:00 – 18:00. Il contributo minimo consigliato per visitare il teatro fabrianese è 3 euro.

Genga

Protagonista della “riscoperta” della bellezza marchigiana il museo speleo-paleontologico ed il ponte romano. L’esposizione del Museo si articola su tre piani. A piano terra si trova il famoso e rarissimo fossile di Ittiosauro; rinvenuto a Camponocecchio da un ricercatore locale il 20 luglio 1976 durante i lavori per la realizzazione di una galleria lungo la strada statale 76 a 9 km da Genga, mostra il più grande animale vissuto nell’ambiente marino che dominava l’attuale area umbro-marchigiana durante il Giurassico finale, circa 150 milioni di anni fa.  Nel piano sotterraneo è illustrato il fenomeno del carsismo e della formazione delle Grotte di Frasassi. Al primo piano si trova infine la sezione archeologica, che ospita soprattutto le preziose urne cinerarie della necropoli di Pianello di Genga, reperti preistorici, piceni, gallici e un teschio, il più antico reperto umano rinvenuto nelle Marche.

Per quanto riguarda il ponte romano invece, rappresenta la congiuzione tra San Vittore delle Chiuse (XI sec.) con l’antica strada medievale che conduceva all’ antico Castel Petroso, l’attuale Pierosara. La sua posizione strategica permetteva il superamento del torrente Sentino quando la gola di Frasassi non era ancora percorribile.  Il Ponte è difeso da una torre quadrangolare medievale, ed è stato realizzato con la pietra calcarea della gola di Frasassi. Il ponte è su un lato a sesto acuto e sull’altro a tutto sesto.

Questi gli orari di accesso consigliati. Sabato: 09:30 – 12:30 – 15:00 – 18:00. Domenica: 09:30 – 12:30 – 15:00 – 18:00. Contributo minimo consigliato 2 euro. A curare le visite gli studenti del liceo Classico “F.Stelluti”, da quelli del liceo scientifico “Volterra”, dagli allievi dell’artistico “Mannucci” e quelli dell’istituto Turistico “Morea”.

Sassoferrato

Tema dell’acqua e sua importanza. Questo il motivo per cui e stato scelto il mulino sentinate, tema lanciato dal presendete del fai per lanciare “l’idroresponsabilità. Incerte le notizie sull’origine di questo molino sorto alla confluenza, con una notevole cascata, del fiume Sentino con i torrenti Marena e Sanguerone (quest’ultimo a ricordo di antiche battaglie avvenute lungo il suo corso-battaglia delle nazioni 295 a.C. e successivamente della guerra Goti-Bizantini). La sua costruzione sembra sia avvenuta intorno al 1450. Nel XVI sec. il Mulino era di proprietà di Francesco Tati (nobile famiglia locale) e ceduto dallo stesso al Comune il quale poi ne ricavò dei fondi per contribuire alla costruzione dell’Ospedale di S. Antonio. Per la sua vicinanza si servirono del Molino sia i monaci dell’Abbazia di S. Croce che quelli del Monastero di S. Maria del ponte del piano. Restaurato di recente da Gilberto Blasi (ultimo proprietario) e tutt’ora in fase di sistemazione (a breve sarà realizzato anche un piccolo museo). Nell’area ha restaurato anche una fornace per calce.

Ciceroni saranno gli studenti della sezione sentinate del liceo scientifico “Volterra”. Questi gli orari di apertura. Sabato: 09:30 – 12:30 – 15:00 – 18:00. Domenica: 09:30 – 12:30 – 15:00 – 18:00. Contributo consigliato per l’ingresso 2 euro.

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