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JESI‬, GLI SCENARI I GRILLINI: “BANCA MARCHE: ARRIVA MR.PAUL SINGER”

JESI, 12 febbraio 2015 – È notizia di questi giorni della “scesa in campo” persino del fondo Elliot alla “conquista” di Banca Marche. Per intenderci, stiamo parlando del fondo newyorkese di Paul Singer, determinante nello schiacciare recentemente in tribunale l’Argentina nel suo secondo default. Pare che proprio Elliot dovrebbe divenire il principale partner di Fonspa nella ricapitalizzaizone di BM, depurata dai crediti deteriorati nel frattempo fatti confluire in una bad bank, sempre sotto la gestione di Fonspa e con rischi in qualche modo “mitigati” dall’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Elliot e Fondspa si accingerebbero quindi a diventare gli azionisti di maggioranza ovvero i reali “padroni” nel nuovo assetto di BM (addirittura si parla di possibile potere di veto per Elliot nella nuova governance). Sempre sulla stampa di questi giorni, si comincia a configurare il piano Visco-Padoan per l’intervento dello Stato a garanzia delle sofferenze bancarie italiane. L’ipotesi pare sia quella di creare una bad bank di sistema in cui far confluire i crediti malati. Vale la pena ricordare che il buco dei crediti deteriorati nelle banche italiane si aggiri attorno ai 184 miliardi di euro (da fonti Bankitalia)! Buchi enormi, spesso causati da crediti concessi agli amici degli amici senza le opportune garanzie, che hanno molte volte creato distorsione del mercato e della concorrenza e che oggi il Governo vorrebbe in qualche modo far garantire dallo Stato e da noi cittadini.

Il Ministro cerca di giustificare l’intervento pubblico, che assomiglia sempre più ad un aiuto di Stato (vietato dalla UE), promettendo presunte remunerazioni e garanzie per lo Stato stesso. Ma queste arrampicate sugli specchi difficilmente dimostrabili o accertabili preventivamente, non possono fuorviare dalla sostanza della questione: i buchi, causati da amministratori talvolta fraudolenti, con la compiacenza di politici che spesso li avevano “suggeriti” o “appoggiati”, vengono caricati sullo Stato. La parte “buona” rimanente, ripulita e lasciata nelle good bank, offerta in pasto a gruppi di altissima finanza internazionale, esterni ed estranei al territorio.

Nella nostra Regione, tutto ciò pare stia avvenendo nel silenzio o con la complicità di Spacca più o meno PD (o del PD più o meno Spacca, a seconda di come la si veda) e del resto del Partito Unico degli Affari che nella Marche, così come a Roma, si confermerebbe, di fatto, “maggiordomo” della grande finanza. Riguardo Banca Marche, nulla viene detto sul piano industriale che questa operazione comporterà; nulla su quale sarà il rapporto con gli imprenditori delle PMI del territorio, sia nelle Marche sia nell’area jesina dove la banca ha sede e dove operano e risiedono gran parte dei dipendenti e degli imprenditori che si appoggiano a BM; nulla riguardo la rete delle filiali e riguardo i lavoratori, stabili o precari storici, della Banca. È evidente come tutti, politici ed “alta finanza”, puntino a chiudere l’affaire prima delle elezioni regionali, per mettere il cappello sulla cosiddetta operazione di salvataggio della banca, ad oggi tanto proclamata quanto vuota. Ed è altrettanto evidente che staranno ben attenti a scoprire le carte sulle effettive conseguenze che tale “cambiale in bianco” avrà sul nostro territorio ben dopo le elezioni regionali di maggio.

Come cittadini direttamente interessati alla questione esigiamo che già ora si dica cosa comporterà questa operazione in termini occupazionali e di reale rilancio dell’economia della nostra Regione e nei nostri territori. Le cambiali in bianco, Bankitalia, Padoan, Spacca, il PD & co. se le facciano coi loro soldi, non con i nostri e non a scapito del futuro del nostro territorio.

(MoVimento 5 Stelle – Jesi)

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