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JESI DISFATTA PD, MELAPPIONI SALVA PIRANI E PUNTA IL DITO: “DISASTRO TOTALE, OCCORRE UN COMMISSARIO PER TOGLIERE LE MACERIE”

JESI, 16 giugno 2017 – Per mercoledì 21 giugno è convocata l’assemblea dell’unione comunale del Partito Democratico per una prima disamina del risultato elettorale amministrativo locale di domenica 11 giugno. Intanto Augusto Melappioni, che fa parte dell’assembleaentra a gamba tesa sul Pd dopo il tonfo elettorale. Certo, cannoneggiare con palle incatenate su una segreteria cittadina che di fatto si è azzerata da sola, è come mettere altro sale sulla ferita tuttora aperta. Ma tant’è. L’ex assessore regionale aveva ancora qualche sassolino nelle scarpe, avendo appoggiato le labbra in prima persona all’amaro calice della sconfitta elettorale contro Massimo Bacci. Fatto è che di quella esperienza non si è fatto tesoro alla Casa del Popolo, forse perché c’era chi pensava di riportare in breve tempo agli antichi fasti un partito che invece ansimava in termini di proposte e confronti.

La sede del Pd di Jesi

Ma ecco quanto afferma Melappioni, dichiarazioni sulle quali la classe dirigente democrat dovrebbe riflettere. “La recente sconfitta elettorale del PD (non di Pirani) di seguito a quella del 2012 pretende una profonda riflessione, una lettura critica ma soprattutto pretende un programma, meglio un progetto per i prossimi anni. La declassazione a terza forza politica della nostra città nasce da inadeguatezze politiche che partono da lontano, ben prima del 2007 quando si negarono le primarie e mi sentii di dare un contributo critico candidandomi contro il partito. I due sindaci che hanno preceduto la legislatura di Bacci si trovarono spesso senza una reale forza politica dotata di un adeguata e propria idea di città. Infatti da molti anni manca un preciso progetto di città anche per una insufficiente e reale fusione delle forze politiche che generarono il PD a livello jesino. Da avversari del PD ho sentito parlare di trame e progetti di potere, magari, nessun grande vecchio ma pochi, singoli e talora scomposti progetti. Ora che fare al di là delle singole responsabilità politiche, non escluse quelle del sottoscritto. Mi permetto quindi di avanzare alcune schematiche proposte con nessun intento critico ma per favorire un dibattito che nel 2012 è mancato totalmente così contribuendo a questa recente sconfitta:

1 ) Per i prossimi 3-6 mesi il partito a livello sovracomunale nomini un commissario cittadino di provenienza extracittadina che sigilli una totale discontinuità con la disastrosa attuale segreteria , che cerchi di ricreare un clima di collaborazione specie con i giovani presenti nelle due liste a sostegno di Pirani. L’obiettivo deve essere quello di individuare un chiaro metodo di lavoro sulla Jesi futura (un vuoto progettuale che non salva il sindaco Bacci )

2 ) Dare tutti noi, secondo le personali competenze, disponibilità a lavorare con chi è stato eletto in Consiglio comunale e mi riferisco in particolare a chi ha un ruolo nelle istituzioni specie Regione e Parlamento e inviterei i neo consiglieri comunali a valutare l’opportunità di una organica collaborazione con il gruppo ‘Jesi in comune’ nella chiarezza delle appartenenze.

3) la città di Jesi ( e comunque il PD) dovrebbe, avrebbe dovuto, discutere su quale deve essere il ruolo di un sindaco. A me non basta “un contabile” o un assessore al decoro della città.  Per me il sindaco è quello che aggrega una comunità, la coinvolge e la fa protagonista di crescita del senso civico, la coinvolge e responsabilizza del fare, nella ricerca delle risorse anche fuori dei canali tradizionali, un sindaco che attivi meccanismi virtuosi dei cittadini, che favorisca il collegamento virtuale (due esempi stimolanti ascoltati in campagna elettorale) – Il sindaco vero di una città per me è quello che con la sua autorevolezza, il ruolo istituzionale,  il suo carisma, il suo totale quotidiano impegno crei opportunità per il suo territorio (la Vallesina) per i giovani e contro quel declino cittadino di cui parlo dal 2007.

4 ) Credo che tutti quelli che negli ultimi decenni sono stati parte attiva nel partito, anche se ora lontani, debbano dare, in qualsiasi forma, un loro contributo di pensiero per rilanciare una forza politica così indispensabile per la crescita della nostra comunità.

Sento già le urla di chi parla di grillo parlante, di chi risponde perché chiamato in causa. Non mi interessa. A me interessa soltanto che il PD recuperi un ruolo di ascolto del disagio cittadino, di chi in città lavora e offre lavoro, di chi in città crede che senza una comunità coesa le fragilità saranno sempre più sole e inascoltate come purtroppo è oggi”

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