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Cronaca

JESI CONVEGNO SULLA TEORIA GENDER: VESCOVO IN FORSE, L’ASSESSORE DISERTA

JESI,  3 ottobre 2015 –   E siamo arrivati al giorno del gender. Oggi pomeriggio (3 ottobre), infatti, Gianfranco Amato, presidente nazionale di “Giuristi per la vita”, reduce da Montegranaro (il 30 settembre) e Potenza Picena (ieri), sarà all’hotel Federico II (17.30) per parlare “dei diritti della famiglia e della pericolosità della teoria gender”, con il tema “Rottura d’identità”.

Il Vescovo Don Gerardo Rocconi

Il Vescovo Don Gerardo Rocconi

L’argomento è spinoso perché quando entrano in campo la sessualità e le problematiche ad essa connesse, matrimoni, adozioni, maternità surrogata, come abbiamo visto e non da ora, si rischia di andare sopra le righe e, invece di argomentare, ci si accapiglia quando va bene.

Ma esiste una teoria gender, vale a dire quel pensiero che porta a superare l’identità di genere? Il nocciolo è tutto qui. Sì, dicono Amato con i suoi sostenitori, ed è anche pericolosa per le famiglie naturali, composte da uomo e donna, e per i bambini-figli che rischiano di essere manipolati. No, sostengono gli altri, è una loro invenzione il fatto che il movimento Lgbt  (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) stia complottando per abbattere quelle che sono le differenze biologiche di genere, alfine anche di confondere la mente dei più piccoli, ed arrivare a poter scegliere una propria identità sessuale così come ci si sente, al di là del proprio corpo.

E, in settimana, la polemica, proprio in vista dell’appuntamento di stasera, non poteva non insinuarsi tra le pieghe della città. Di certo, per ora, c’è che né il vescovo, don Gerardo Rocconi, né l’assessore alle politiche sociali, Marisa Campanelli, porteranno il loro saluto, all’inizio, a quanti parteciperanno all’evento. Sono impegnati altrove.

L'assessore Marisa Campanelli

L’assessore Marisa Campanelli

«Io – dice don Gerardo – alle 17 sono a san Francesco per la cresima, quindi sarà un problema esserci. Anche se farò il possibile, tempo permettendo, per andare a fare un saluto, alla fine».

Ma qual è la posizione di don Gerardo? Molto netta, perché presupposto il fatto che «la Chiesa non ha nemici e non vuole considerare nemico nessuno, il problema gender esiste e ci interessa per gli “effetti collaterali”, perché ha sicuramente un risvolto sulla concezione della famiglia e dell’educazione. I bambini hanno dei diritti: di nascere allorché è avvenuta la fecondazione; di iniziare la loro vita in un atto d’amore e non in laboratorio; di rivolgersi a due adulti che li accudiscano potendoli chiamare papà e mamma; di non essere “strappati” violentemente dalla donna che li ha “portati” e generati; di essere educati e di potersi confrontare con le figure paterna e materna per una armoniosa crescita. E tutto questo va detto e sostenuto senza bisogno di alzare muri. Ma non possiamo nemmeno tacere di fronte ad un “male” che si sta delineando».

«L’invito per il convegno – ci dice l’assessore Campanelli – mi è arrivato giovedì ma per precedenti impegni credo che non riuscirò ad esserci. Ribadisco, comunque, la mia posizione: per dare una informazione che sia reale e completa occorre la presenza di più voci e non espressioni unilaterali. Rispetto per questo appuntamento, assolutamente lecito, e per chi vi partecipa, ma non mi trova d’accordo il modo organizzativo. Parlare di pericolo evoca paura, ansia, e non voglio ritrovarmi ancora persone allarmate che vengono da me, in assessorato, per situazioni inesistenti in cui sarebbero coinvolti i loro figli. Bisogna stare molto attenti a non dare adito a che si ingenerino anche queste circostanze».

“Vento che soffia al contrario”, così sono stati definiti i giuristi, certo non da loro simpatizzanti. Vedremo se si riuscirà a mettere in atto quanto diceva sempre Papa Benedetto: «Coniugare verità e carità».

(Pino Nardella)

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