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Cronaca

JESI ENNESIMA INCOMPIUTA: SCADUTO L’APPALTO ALLE ‘CARCERETTE’ TUTTO E’ ANCORA IN ALTO MARE

JESI, 7 luglio 2017 – Domani, 8 luglio, l’impresa che si è aggiudicata l’appalto dei “lavori di recupero di n. 8 alloggi di E.R.P. e Locali ad uso  diverso in Comune di Jesi – Palazzo Pianetti – C.Q.2 ….. Circolare Ministero LL.PP. del 1° giugno 1990 …” ecc. dovrebbe consegnare i lavori all’ente appaltante.

Dovrebbe, abbiamo scritto, perché ancora una volta l’impresa incaricata di effettuare quell’intervento è ben lontana dall’aver completato i lavori; i 570 giorni lavorativi previsti dal contratto d’appalto non sono stati sufficienti. E non è la prima volta che ciò accade. Lo sanno bene coloro che abitano in prossimità del cantiere.

Vediamo di ripercorrere l’ennesima storia di incompiute italiane.

Il bando d’asta prevedeva una spesa di 1.451.306,32 euro; le imprese interessate a quei lavori dovevano presentare la loro offerta entro  il 15 aprile del 2008. La gara d’appalto fu aggiudicata ad una Impresa di Senigallia che offrì un ribasso del 24,248% (quasi un quarto del totale) impegnandosi contrattualmente a completare i lavori con una spesa, per l’ERAP, di poco superiore ad 1,1 milione di euro, per l’esattezza €. 1.159.509,67. La data di consegna dei lavori risalirebbe ai giorni successivi l’aggiudicazione dell’appalto, ma allo scadere del termine previsto degli appartamenti che dovevano essere ricavati dalle “Carcerette” (così sono conosciuti quei locali del centro storico) neanche l’ombra.

Successivamente il tabellone posto a ridosso dell’impalcatura presentava delle correzioni; innanzi tutto la data di consegna dei lavori risultava essere quella del 24 gennaio 2013 e quella dell’ultimazione degli stessi il 17 agosto 2014. La durata dei lavori prevista era dunque di 570 giornate. Siamo arrivati all’agosto del 2014, ma ancora degli otto appartamenti dell’Ente Regionale per l’Abitazione Pubblica non s’è vista traccia. Cosa è successo? Si domandava la gente. Non lo sappiamo. Quello che possiamo ipotizzare e che i cittadini sospettano è che chi aveva il compito di controllare che tutto venisse eseguito secondo i contratti d’appalto sottoscritti svolgesse il suo ruolo di controllore e di funzionario incaricato di spendere il denaro della collettività.

E non è finita. Passata quella data del 2014 e rimasti invariati i soggetti, con l’eccezione del “Direttore Operativo”, che in un primo momento risultava essere l’Ing. Caterina Panichi per poi diventare Ing. Roberto Papa, la stessa Panichi, “coordinatrice per l’esecuzione fu sostituita dall’Arch. Emanuela Angeli, ecco che sul tabellone troviamo altre correzioni; nell’ultimo di questi troviamo scritto che la consegna dei lavori è avvenuta il 28 gennaio 2016 e che la conclusione doveva avvenire entro domani, 8 luglio 2017, anche in questo caso dopo 570 giornate lavorative.  Tutte le altre notizie riportate nel cartellone dei lavori sono rimaste invariate: importo dei lavori, ribasso d’asta, le altre “correzioni” riguardano l’impresa esecutrice dei lavori, inizialmente identificata nella Co.Pro.L.A (Consorzio di Produzione Lavoro Artigiano)  aggiudicataria dell’appalto che fece eseguire i lavori all’Impresa Edile ProgEdil Srl di Jesi e poi la “Costruzioni Future srl” di Castelraimondo.

C’è qualcosa che non va in questo appalto, qualcosa che al cittadino proprio non va giù per una serie di motivi. A cominciare dal fatto che da anni i giardini Sacco e Vanzetti, occupati in parte dal cantiere edile e da una “stazione” di arrivo di un impianto di risalita (ascensore) mai entrato in servizio, sono diventati impossibili da raggiungere da parte dei turisti che da quel “torrione nord” realizzato sulle mura del XIII secolo potrebbero ammirare la vallata.

I cittadini se la prendono con chi ha appaltato i lavori e non li ha seguiti, ma anche con gli amministratori cittadini che, almeno ufficialmente, non sarebbero mai intervenuti per sollecitare la conclusione dei lavori.

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