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Cronaca

JESI FONDAZIONE FEDERICO II DI HOHENSTAUFEN, QUANDO IL SABATO È RICCO DI STORIA

cortenova3JESI, 19 marzo 2016 – Il sabato è ricco di storia alla Fondazione Federico II di Hohenstaufen. Due, gli appuntamenti, infatti, in calendario, il primo si è svolto il 12 marzo scorso, il prossimo è in programma per il 19.

Ospite di palazzo Baldeschi – Balleani, sede della Fondazione, nello scorso fine settimana, il professor Riccardo Caproni, dell’Ateneo scienze, lettere e arti di Bergamo, che ha svolto una magnifica relazione su “La battaglia di Cortenuova del 27 novembre 1237”.

L’evento bellico, «più una furbesca imboscata che una vera e propria battaglia» determinò l’apogeo del potere per Federico II, segnando al contempo l’inizio della decadenza del Libero Comune.

«L’esercito imperiale – ha sottolineato il prof. Caproni – ottenne, comunque, una vittoria determinante contro le truppe milanesi della seconda Lega Lombarda, di parte guelfa, accorse per difendere Brescia. Oramai l’inverno incombeva e di quella stagione non si combatteva mai. E’ ovvio che la Lega cercasse di tirarla per le lunghe per rinviare lo scontro ma, grazie a uno stratagemma ispirato dagli alleati bergamaschi – far finta di ritirarsi –  gli imperiali sorpresero il nemico che fu accerchiato e distrutto quando era accampato, sulla via del ritorno, a Cortenuova».

prof1Alle 17,30 del 27 novembre 1237 – secondo i cronisti dell’epoca – con la nebbia che ricopriva tutto, tra prigionieri e caduti, la Lega aveva perso 10 mila uomini – i bresciani se ne erano già andati – abbandonando, anche se distrutto e senza il gonfalone di Milano, il Carroccio nelle mani di Federico II, che lo porterà con sé nel suo ingresso trionfale a Cremona, trainato da un elefante e al quale era aggiogato Pietro Tiepolo, podestà di Milano e figlio del doge di Venezia.

Successivamente l’imperatore  spedirà il Carroccio a Roma come dono ma soprattutto come avvertimento al Papa.

«La battaglia di quei tempi era una serie di infiniti duelli e si protraeva per quanto durava la resistenza dei soldati. Cominciavano i fanti, poi interveniva la cavalleria. A Cortenuova, invece, furono mandati all’attacco prima i saraceni, quindi la cavalleria e, alla fine, la fanteria».

Prossimo appuntamento, dunque, oggi pomeriggio, alle ore 17.30, con “La cappella palatina di Palermo e il periodo arabo-normanno luce del Medioevo siciliano”, relatore il professor Giovan Battista Scaduto, coordinatore culturale dei Servizi aggiuntivi del Palazzo reale di Palermo, in collaborazione con la Fondazione Federico II palermitana e il patrocinio del comune di Jesi.

(p.n.)

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