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Cronaca

JESI, MARKETPLACEDAY AL PALATRICCOLI 250 AZIENDE PER PARLARE DI FUTURO. BACCI:”PER CRESCERE SERVE FARE RETE”

JESI, 23 maggio 2015 – Nonostante la pioggia torrenziale e le perdite dal soffitto al Palatriccoli di Jesi si è svolta, venerdì 22 maggio, la seconda edizione di pala_impresa1“MarcketplaceDay”. L’evento si è aperto quest’anno anche alle aziende fuori provincia e fuori regione e ha proposto, fra i suoi stand, oggetti tecnologi e di design, ma anche cibo, editoria e tanto altro, in un mix di tradizione e avanguardia.
Materiali di ultima generazione, biciclette ultraleggere in legno e alimenti per astronauti: questi erano solo alcuni dei prodotti esposti nei 250 stand di imprese partecipanti.
L’evento, organizzato dalla Piccola Industria di Confindustria e strutturato proprio come un’esposizione, vedeva protagoniste le piccole e medie imprese insieme alle grandi e coinvolgeva tanti settori, dal manifatturiero ai prodotti industriali. A inaugurare la manifestazione, insieme al presidente Piccola Industria provinciale e regionale Diego Mingarelli, c’era il sindaco di Jesi, Massimo Bacci: “L’amministrazione – dichiara Bacci – si aspetta che le imprese presenti oggi riescano a sfruttare quest’opportunità. Sono favorevole alle reti d’impresa e penso che in un momento come questo, dove le piccole aziende soffrono, bisogna ancor di più stare insieme e fare rete”.
Le imprese, provenienti sia dalle Marche che dall’Italia e dall’estero, si sono potute scambiare pareri e opinioni. Un’occasione ghiotta per chi avesse voluto ampliare il proprio business. ”Giochiamo in casa qui al Palatriccoli – spiega Luca Gastreghini, direttore generale del Gruppo Sole e Bontà, un’azienda jesina che produce pane, dolci e pasta fresca – e per il secondo anno consecutivo possiamo riscontrare una reale condivisione d’impresa fra aziende molto eterogenee tra loro. La nostra è una realtà medio piccola e oggi ci viene data un’opportunità incredibile per trovare nuovi partner e per realizzare progetti originali. Inoltre è un evento che fa bene alla città: qualsiasi cosa viene fatta per le imprese ricade necessariamente sui cittadini, per questo è importante organizzare iniziative”.
Sinergia di sforzi e di competenze: sembra essere questo il motto della giornata e, in effetti, gli stand più affollati sono stati quelli dove vecchie e nuove tecniche di lavoro si fondono. Daniele Quintabà, studente di disegno industriale all’Unicam, ha realizzato insieme a suo padre, un artigiano del legno, la Carbon Wood bike: una bicicletta costruita con legno e fibra di carbonio, fatta totalmente a mano: “Noi – spiega Quintabà – puntiamo sulla produzione artigianale, il nostro prodotto viene realizzato su ordinazione ed è un oggetto di lusso (costa 5500 euro). In questo oggetto si coniugano perfettamente antichi materiali e nuove fibre. Il risultato è una bici che pesa solo 9 chili, resistente e dalle caratteristiche meccaniche uniche”.
L’innovazione, però, può nascondersi anche tra semplici fogli di cartone e dall’intuizione di ‘farli parlare’. Ciò che fa la Ksound è unire la tecnologia audio a un elemento green come il cartone. Valentina Tulino, development manager dell’azienda: “Qui abbiamo una riproduzione di Padre Matteo Ricci, missionario e studioso nato a Macerata nel 1552. Il suono esce direttamente dal cartone e, attraverso dei sensori, quando un visitatore passa di fronte alla figura, può ascoltare il racconto e fare un’esperienza totalmente nuova”.pala_impresa2
Oltre alle imprese, più o meno innovative, erano presenti al Palatriccoli anche 30 start-up, aziende giovani fondate sulla produzione e sulla commercializzazione di prodotti, o prestazioni ad alto valore tecnologico.
Federica Catalani di “Start your project”, una Srl innovativa di Fermo, è una delle tante giovani a far parte di un progetto cosiddetto di ‘open innovation’: “Si punta – dice Catalani – su un modello di business che sfrutti e valorizzi al meglio le migliori innovazioni che il mercato offre all’esterno, trasferendole all’interno. ‘Start your project’ collega due soggetti, uno che ha un brevetto nel cassetto da monetizzare e un altro che ha una piccola e media impresa ma che ha problemi di ricerca e sviluppo. Lo scopo dell’azienda è di mettere in comunicazione tra loro i due interessati. Grazie agli ‘incubatori di idee’ e a dei nuovi bandi oggi c’è la possibilità di ricevere fondi e di sviluppare i progetti. Il mondo dell’imprenditoria marchigiana si sta aprendo e sensibilizzando alle start-up ma c’è ancora molta strada da fare”.
(Teodora Stefanelli)

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