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Cronaca

JESI PESCE FRESCO, IMPRESAPESCA: “CROLLANO I PREZZI DOPO LA RIPRESA DELL’ATTIVITÀ IN MARE”

JESI, 10 ottobre 2016 – Terminato il lungo periodo di fermo pesca, sulle tavole dei marchigiani è riapparso il pesce fresco dell’Adriatico. Secondo Impresapesca l’abbondante presenza di pesce sui banconi  di vendita ha comportato, com’era prevedibile, un crollo ai minimi storici dei prezzi corrisposti a quella categoria di lavoratori impegnata nella pesca; sempre secondo Coldiretti Impresapesca le quotazioni sono arrivate fino a 0,4 euro al chilo. Questo il prezzo pagato ai pescatori per il loro lavoro. Ma il calo dei ricavi non è solo imputabile alla gran quantità di prodotti ittici caduta nella rete del pescatori; una parte della colpa, non certo marginale, la si deve attribuire alla riduzione dei consumi dovuti alla conclusione del periodo di vacanze estive.

In una nota diffusa da Coldiretti Impresapesca, si fanno alcuni esempi, tipo quelli riferiti “alle triglie ed alle gallinelle le cui quotazioni sono” drasticamente crollate, “nonostante si tratti di prodotti di qualità e dalle importanti qualità nutrizionali, essendo ricchi, tra l’altro, di Omega3”. Questa situazione non può non indurre coloro che gravitano attorno al mondo della pesca a rinnovare ancora una volta l’invito “a sostenere la filiera ittica made in Italy, acquistando direttamente dai produttori o nei mercati ittici a Km. zero, a partire da quelli di Campagna Amica. Oltre ad avere la certezza di consumare un prodotto del nostro mare ad un costo contenuto si ha la certezza di sostenere un settore economico di grande portata per la nostra regione. Un comparto, quello della pesca, penalizzato non solo dal prolungato periodo di fermo pesca, ma anche dalla mancata corresponsione dei risarcimenti relativi all’analogo provvedimento del 2015. Già, perché la marineria peschereccia marchigiani – e non solo – sta ancora aspettando quei soldi promessi a luglio scorso, ma ancora da riscuotere. Per Coldiretti Impresapesca anche questo incomprensibile ritardo “è la dimostrazione che l’attuale meccanismo di arresto delle attività di pesca è sbagliato, in quanto non premia i produttori, né tutela la risorsa, non tenendo peraltro conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo.”

La lunga nota critica di Coldiretti Impresapesca  si conclude con un utile consigli: “per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo è bene verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che alle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta)”.

(s.b.)

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