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Cronaca

JESI SISTEMA SICUREZZA, IL SIULP: «PREVEDIBILE L’ESCALATION DI FURTI E RAPINE, ORGANICI ALL’OSSO E MEZZI INSUFFICIENTI»

Alessandro Bufarini, segretario provinciale Siulp

Alessandro Bufarini, segretario provinciale Siulp

JESI, 9 ottobre 2015  – È passata appena una settimana dalla nostra inchiesta sul problema sicurezza a Jesi, dopo i recenti fatti di cronaca che hanno scosso, e non poco,  l’opinione pubblica cittadina. Eppure, gli atti delinquenziali di un certo rilievo non si sono affatto fermati, anzi.

In ordine di tempo, vanno ricordati il violento assalto, per fortuna senza incidenti, alla gioielleria situata all’interno del Mercatone Uno, in tre, volto coperto, armati di mazze e molotov, che ha portato alla razzia di oggetti di valore (nella serata del 3 ottobre) ed un altro incendio doloso (nella notte tra il 4 e 5) ai danni di un’auto posteggiata a ridosso di piazza Allende. Si indaga.

Nel frattempo fa sentire ancora una volta la sua voce il Siulp provinciale (Sindacato italiano lavoratori polizia), tramite il segretario Alessandro Bufarini che in una nota evidenzia come vanno riproponendosi «in maniera eclatante le annose problematiche nella gestione della sicurezza sul territorio della provincia di Ancona. Se altre volte i costanti episodi di microcriminalità si sono ritagliati appena qualche trafiletto, in questi giorni la reale portata del pericolo criminale si è guadagnata i caratteri cubitali dell’informazione e la preoccupata attenzione dei nostri concittadini, che hanno posto tali problematiche al centro dell’odierno confronto nei bar, nei posti di lavoro, nelle scuole, al mercato, ovunque».

Si pone anche una domanda, Bufarini, la stessa che molti si fanno: «I cittadini saranno più spaventati dai titoli giornalistici e dal persistente e oramai consolidato senso di insicurezza/impunità quotidianamente generato da quei misfatti minori che non guadagnano la ribalta mediatica o più rassicurati dalle operazioni di polizia che i colleghi, con costanti sacrifici, portano a casa?».

«La verità – ammette – è che i fatti di micro e macro criminalità fanno un tutt’uno quando il cittadino si trova a dover giudicare nel contesto di gestione del sistema sicurezza». E il sistema sicurezza, lo tocchiamo con mano tutti i giorni, è in sofferenza, nonostante tutti gli uomini ad esso preposti non è che non si diano da fare. Ma è un po’ come il gatto che si morde la coda…

«Oggi ci chiediamo tutti: siamo sicuri che la rapina al portavalori in autostrada, le bombe molotov a Monsano ad un locale commerciale, la recente rapina in casa di un imprenditore a Jesi, siano uno squarcio nel sereno della “isola felice” anconetana? O è una prevedibile escalation rispetto ai furti e rapine che nella provincia da troppo tempo hanno trovato un terreno fertile sul quale proliferare indisturbati?».

Il sindacato di polizia è da tempo che, preoccupato, ha cercato di convogliare l’attenzione delle istituzioni sull’argomento, lanciando un preciso allarme: «Dallo scorso mese di marzo – continua Bufarini – attendiamo di essere ricevuti dal Prefetto mentre dal Questore aspettiamo, dopo una serie di incontri, un segnale chiaro e deciso sul rinforzo degli Uffici investigativi in grave e cronica sofferenza. Lamentiamo da anni la carenza di organici e mezzi a disposizione della Polizia di Stato della nostra provincia».

Non va per il sottile il segretario provinciale del Siulp, poi, quando rileva che «recentemente si è avuto modo di registrare una particolare “diligenza burocratica” nella ripartizione dei carichi di lavoro degli uffici operativi, nella quale si fa fatica, in questo peculiare momento, a rilevare un barlume di raziocinio. Tutto ciò rischia di creare una ulteriore diminuzione dell’attività “sul campo” che in molti casi si regge soltanto sulla silenziosa e preziosa dedizione dei colleghi». Come dire che, se alla carenza di personale va ad aggiungersi anche una burocratizzazione spinta il rischio è quello che il sistema prima o poi collassi.

«Per questi motivi il Siulp, finché non vedrà atti concreti per il potenziamento delle Unità investigative e dei Commissariati, continuerà la propria  azione di sensibilizzazione delle istituzioni, fino ad organizzare manifestazioni pubbliche, affinché vi sia la consapevolezza di tutti i nostri amministratori nel considerare la realtà anconetana un bene da tutelare e valorizzare, partendo proprio dal miglioramento del sistema sicurezza».

Serve un segnale preciso, una tendenza che chiuda con il passato e sia propedeutica al far in modo che si possano «prevenire eclatanti episodi come quelli recenti, i quali portano i cittadini a perdere fiducia nelle istituzioni ed anche a pensare che la “giustizia fai da te” sia ormai l’unica soluzione praticabile».

Ci saranno riscontri? Vedremo. Una cosa, intanto è certa, il sistema sicurezza per funzionare deve stare al passo con i tempi. Perché, si sa, il tempo non aspetta. E men che meno chi delinque.

(Pino Nardella)

 

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