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JESI SOSTITUIRE IL TERMINE ‘RAZZA’ CON ‘TIPI UMANI’, ‘CULTURE’, ‘POPOLAZIONI’

JESI, 21 febbraio 2018 – I Consiglieri Comunali Tommaso Cioncolini – Jesinsieme – e Daniele Massaccesi – Jesiamo – hanno presentano un Ordine del Giorno che verrà discusso nel prossimo Consiglio Comunale.

Daniele Massaccesi

Nell’odg dal titolo ‘superiamo la razza’ vengono fatte alcune considerazioni.

Tommaso Cioncolini

Il vocabolo RAZZA si riferisce a particolari gruppi in cui possono venire suddivise alcune specie biologiche: oggi, in particolare, il termine razza è confinato quasi esclusivamente nell’ambito della zootecnica, con riferimento a popolazioni selezionate di animali domestici, per indicare varietà che sono prodotte artificialmente e devono conservare determinati standard; il concetto di razza umana è peraltro considerato destituito di una vera validità scientifica: la comunità scientifica ha condannato «qualsiasi uso strumentale di categorie che sono al tempo stesso prive di fondatezza dal punto di vista genetico e potenzialmente discriminatorie, quali le “razze umane” o le “culture essenzializzate”, specialmente in quello pubblico e nelle pratiche sociali; nel passato, le diverse teorie scientifiche e gli approcci ideologici nella storia, relativamente al concetto di razza applicato alla specie umana, hanno avuto gravi implicazioni culturali, politiche e sociali, fino a concretizzarsi in varie forme di razzismo, arrivando a porre la razza come criterio discriminante tra gli individui, correlato a presunte superiorità e differenze fisiche o intellettuali tra gli individui delle razze stesse; anche le parole, seppure usate e previste nella stessa Costituzione della Repubblica Italiana (v. art. 3), possono avere valore od essere legate ad atteggiamenti e comportamenti deviati, sì da suggerire tragiche espressioni di divisioni, di senso di superiorità, di classificazioni.

Poi Cioncolini e Massaccesi propongono che la parola “razza” può essere più opportunamente sostituita, in senso proprio, dalle parole “tipi umani”, “culture” o “popolazioni” sostenendo che queste non comprendono né ragionevolmente potrebbero, un’accezione associata, in passato o anche nel presente, a scopi discriminatori.

Infine i due hanno chiesto all’Amministrazione Comunale un impegno ad utilizzare espressioni quali “tipi umani”, “culture”, “popolazioni”, in luogo di quella di “razza” in ogni proprio atto e/o documento, modificando le precedenti o comunque vigenti dizioni; a chiedere un apposito impegno legislativo ai Parlamentari ed ai Consiglieri Regionali per ottenere, attraverso le necessarie modifiche normative, e facendosene promotori e comunque parte attiva e diligente, di veder riconosciuto l’uso e la previsione di parole quali “tipi umani, etnie, popolazioni” in sostituzione ed al posto di quella di “razza”, in ogni atto e/o documento dello Stato e della Regione.

E concludono: “Questa iniziativa, anche pensando alla ricorrenza degli ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia, costituirebbe un giusto segnale ed una risposta al clima di odio e di violenza, non solo verbale, che si respira, e che mai si dovrebbe respirare, non solo in Italia ma anche nel mondo, in diverse parti del mondo, e favorirebbe la rimozione della categoria giuridica delle razze, facendo franare il terreno sul quale ancora poggiano le ideologie razziste ed ulteriormente escludendo riferimenti a un concetto che non ha fondamenti scientifici”.

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