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Cronaca

JESI “STANCHI DI SUBIRE TANTA DELINQUENZA”, LUCABONI (FORZA ITALIA) ANNUNCIA UNA MARCIA CITTADINA

Silvia Gregori e Massimiliano Lucaboni,creatori della pagina facebook , Libera Azione

Silvia Gregori e Massimiliano Lucaboni,creatori della pagina facebook Libera Azione

JESI, 10 ottobre 2015 – Due cose accomunano Silvia Gregori e Massimiliano Lucaboni: l’essere stati, loro malgrado, vittime di fatti di quotidiana criminalità e l’aver deciso, insieme, di ritrovarsi come creatori della pagina face book , Libera Azione, apartitica, che raccoglie quanti sono stanchi di subire passivamente gli assalti indiscriminati della piccola e grande delinquenza, balzati agli onori della cronaca, in questo ultimo periodo a Jesi, in modo lacerante.

All’esordio il 24 settembre scorso, la pagina raccoglie già 437 adesioni come gruppo pubblico, tra le quali anche quella di Sandro Paradisi, come si ricorderà malmenato e derubato nella sua villa con momenti di terrore anche per i familiari. E la stessa Silvia Gregori, quel giorno, subì la visita degli stessi banditi che, dopo la violenta razzia, introdottisi in casa, le rubarono le chiavi dell’auto che servì per la fuga. Una Ford che fu poi ritrovata, il giorno dopo, grazie al dispositivo satellitare, a Tor Bella Monaca (Roma), pronta per essere riciclata.

L’intento, dunque, è quello di «mettere insieme persone che facciano veramente qualcosa, che lavorino sul territorio, in sintonia con le istituzioni e le forze dell’ordine, per ristabilire il senso e la pratica della legalità». E il manifesto del gruppo è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa nei locali della pasticceria Bardi.

Libera Azione ha già raccolto 437 adesioni come "gruppo pubblico"

Libera Azione ha già raccolto 437 adesioni come “gruppo pubblico”

Un’altra voce che va ad aggiungersi, perciò, alle molteplici che si sono levate ultimamente -sindaco, consiglieri comunali e regionali, politici, sindacato di polizia, associazioni, cittadini –  a sostegno del sistema sicurezza che coinvolge il quieto vivere della gente.

Una voce particolare, la loro, che non chiede soltanto di sollecitare un dibattito ma rivendica di indirizzare verso un agire che sensibilizzi le istituzioni a fare qualcosa di concreto.

«Indiremo un sit-in o una marcia per la fine di questo mese – illustra Lucaboni, anche lui vittima di una aggressione e di un atto vandalico contro la propria auto, il luglio scorso – per propugnare la difesa della legalità e per la nostra sacrosanta libertà di vivere tranquilli. Condivido le recenti prese di posizione del sindaco Bacci ma, a livello comunale, bisogna fare di più, come cambiare il regolamento dei vigili urbani affinché possano essere di effettivo aiuto alle forze dell’ordine nelle ore più difficili. Soprattutto di notte. Gli investimenti sulla sicurezza debbono essere reali come pure i collegamenti tra le varie realtà comunali del nostro territorio».

Non solo. Ritorna anche il discorso, mai realmente sopito, relativo all’impiego dell’esercito per il quale «non mi sento affatto di escludere – afferma – che non possa essere fattibile, specialmente in situazioni ed in quartieri della città che soffrono il peso di una legalità latente. Guardate cosa è successo, ad esempio, durante le fiere di san Settimio: una vera invasione di abusivi alla quale non si è riusciti a far fronte, e chi paga le tasse ci ha rimesso».

«C’è anche una situazione di falso buonismo che è allarmante – rincara Silvia Gregori –, che ti porta a sentirti quasi emarginato se denunci qualcosa che hai visto o subito. Il vero emarginato è il cittadino, siamo ospiti in casa nostra. Una alternativa a questa situazione di pericolo stagnante possono essere anche le attività organizzate di cittadini, gruppi di persone coordinate ed addestrate per essere di supporto alle forze dell’ordine. Non sto parlando delle tanto vituperate ronde ma di volontari che abbiano il compito di controllare e segnalare situazioni a rischio. Sarebbe un contributo importante, perché la presenza già può essere un ottimo deterrente. E, poi, non sarebbe male coinvolgere di più e meglio gli istituti di vigilanza privata negli agglomerati condominiali, con una contropartita da parte del Comune in termini di minore tassazione. Non possiamo fare della città una specie di Grande Fratello, con le videocamere di sorveglianza, occorre investire anche in altre direzioni».

Non poteva non ritornare il tema della presenza degli immigrati e Lucaboni non si è tirato indietro nell’affermare che «Jesi non può più accogliere nessuno, perché si rischia che la quiete sociale salti. Sono proprio curioso di vedere, lo ribadisco anche qui, anche se le smentite sono a suo tempo arrivate, come andrà a finire con la nuova palazzina di edilizia agevolata nel quartiere di San Giuseppe e con il centro dell’ex Cascamificio. Non c’è più posto per nuovi arrivi e il Comune questo lo deve far presente. Il problema sono tutte quelle istituzioni che non hanno saputo gestire al meglio una situazione che è ricaduta sulle spalle dei cittadini».

(Pino Nardella)

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