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Cronaca

JESI TEATRO PERGOLESI: IN MEMORIA DEL COMPOSITORE, LO ‘STABAT MATER’

JESI, 15 marzo 2018 – Il 16 marzo 1736 si concludeva l’esistenza terrena di Giambattista Pergolesi, che nonostante si spegnesse a soli 26 anni lasciava all’Umanità un patrimonio d’arte musicale e di sensibilità espressiva che restano scolpiti nella storia della cultura.

La Rassegna Jesi Barocca, promossa e organizzata dalla Fondazione “Alessandro Lanari”, quale omaggio al compositore da ora in avanti prende l’impegno ricorrente di ricordarlo nel giorno della scomparsa con l’esecuzione dello “Stabat Mater”.

“Nell’ambito della nostra programmazione annuale –sottolinea il Direttore artistico Gianni Gualdoni– abbiamo deciso di stabilire due punti fermi nel corso dell’anno, per legare idealmente alla contemporaneità quotidiana la memoria personale e l’arte di Pergolesi, due appuntamenti fissi che contribuiscano a farne sentire la presenza come “uno di noi” piuttosto che come un nome lontano da celebrare: l’uno in corrispondenza del 16 marzo, data della scomparsa, l’altro nella ricorrenza del 4 gennaio per salutarne la venuta al mondo con un concerto a lui dedicato che, vista la prossimità alla Festa dell’Epifania cristiana, ci piace intendere come epifania di Pergolesi”. Su tale premessa programmatica, domenica 18 marzo (ore 17.30) il secondo appuntamento concertistico di Jesi Barocca 2018 è proprio con Pergolesi e il suo canto del cigno. Lo “Stabat Mater” è il capolavoro assoluto del musicista jesino e una della pagine più belle dell’intera storia della musica: “Nel suo genere quella musica raggiunge l’ultima bellezza”, ne scrive Gioachino Rossini; il poeta Wieland lo dichiara “Eternamente unico”, mentre Donizetti dichiara “Avrei dato tutta la mia musica, se mi fosse stato dato di comporre lo Stabat di Pergolesi”…

L’evento in programma quest’anno per Jesi Barocca prevede l’esecuzione di una rara versione dell’opera pergolesiana che risale a fine ‘700 inizio ‘800, con la parte strumentale trascritta per fortepiano o organo: dunque una lettura asciutta, profonda nella sua resa essenziale, che rende la scrittura se possibile ancora più sentita e intima. Una versione che si presenta di grande interesse musicologico, oltre che estetico, perché richiama la consuetudine di un uso anche cameristico dello “Stabat” pergolesiano, e pertanto una sua destinazione esecutiva non solo da chiesa ma anche domestica, nell’ambito delle dimore aristocratiche: perché certamente, oltre alla musica profana, si eseguiva in esse anche la musica sacra, grazie all’uso dell’organo positivo, piccolo e trasportabile, quindi più agevole rispetto a quelli grandi e stanziali delle chiese.

Condizioni di esecuzione e fruizione originaria che Jesi Barocca intende espressamente riproporre alla contemporaneità, programmando il concerto non in una delle belle chiese barocche della Città bensì proprio nella raffinata cornice domestica del primo ‘700 di Palazzo Honorati Carotti: in scena interpreti di qualità come il soprano Cristina Picozzi e il contralto Roberta Sollazzo; all’organo positivo Giulio Fratini, concertista di pregio nonché rinomato costruttore organaro e cembalaro, su strumento da lui stesso realizzato copia di modello originale dell’epoca.

Secondo efficace e apprezzata scelta di proposta dell’edizione 2018 di Jesi Barocca, il concerto è preceduto il giorno prima da un incontro convegnistico di presentazione del programma musicale e introduzione contestuale delle sue tematiche, sempre nelle sale settecentesche di Palazzo Honorati: per l’occasione, sabato 17 marzo alle ore 17.30 l’appuntamento è con Paolo Peretti, musicologo di valore e docente di Storia della musica al Conservatorio di Fermo, che tiene una relazione dal titolo “Lo Stabat Mater di Pergolesi e loStile galante”, in cui si evidenzia come l’autore sia interprete e profeta raffinatissimo dello Stile galante anche quando scrive ispirata musica sacra che assurge ai vertici massimi della sensibilità spirituale

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