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JESI TERREMOTO: IL PARERE DEL RICERCATORE DANILO BALDINI

JESI, 22 maggio 2018 – Dopo la scossa di ieri che ha provocato tanta paura tra la gente in gran parte delle province di Ancona e Macerata abbiamo chiesto il parere del ricercatore Indipendente Danilo Baldini che da anni si occupa di terremoti soprattutto nella zona di Muccia.

Lei potrebbe spiegarci il fenomeno tellurico di ieri? “Il terremoto di magnitudo 3.9, avvenuto ieri 21 maggio, alle ore 10,49 e che ha avuto come epicentro l’area a NW di Muccia, esattamente la montagna di Muccia, ad una profondità di 8 km., è strettamente collegato a quello avvenuto, esattamente un mese fa, più o meno nello stesso punto, la notte del 20 aprile e che ebbe una intensità di 3.1. Il terremoto di ieri, che è stato sentito molto bene in tutti i comuni situati lungo la sinclinale camerte, a mio modesto avviso, sta ad indicare quindi un ‘salto di qualità’ della sequenza sismica attivatasi ormai quasi 2 anni orsono, nell’agosto del 2016, con il terremoto di Amatrice. Esso rappresenta quindi la conferma di ciò che ipotizzo da tempo e cioè che la faglia che si è attivata, non finisce a Muccia, come riportano le mappe dei sismologi, ma prosegue in direzione Nord – Nord/Ovest, seguendo idealmente la sinclinale camerte e parallelamente ad est della faglia che si attivò 21 anni fa con i terremoti di Colfiorito. Ora il dubbio è se questa faglia costituisce come detto una prosecuzione di quella attivatasi nel 2016 o se si tratta di una nuova faglia, finora rimasta silente e che si è ‘risvegliata’ per il cosiddetto ‘effetto domino’, cioè a causa dello scuotimento delle faglie vicine e che ne seguono la direzione da Sud – Sud/Est a Nord – Nord/Ovest. La differenza non è di poco conto, in quanto l’area che potrebbe essere interessata dalla faglia in questione, che si estende appunto da Muccia in direzione di Sefro, Fiuminata, Pioraco ed Esanatoglia, non ha dato luogo in epoche storiche a grossi terremoti e quindi, in teoria, potrebbe essere molto attiva. Questo naturalmente non vuol dire che dovremo aspettarci terremoti catastrofici, anche perché, come si sa, la magnitudo di un sisma è strettamente dipendente dalla lunghezza ed ampiezza della faglia attivatasi e in questo caso non conosciamo la lunghezza di questa ipotetica faglia. Vedremo quindi nelle prossime ore o giorni se dovremo aspettarci una migrazione delle scosse in direzione Nord/Ovest”.

c.ade.

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