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Cronaca

JESI VIA MINONNA, LA PROTESTA: “UNA STRADA ADATTA AL CAMEL TROPHY, TANTA INCURIA E POCA MANUTENZIONE”

Una delle tante buche che mettono a dura prova le auto in via Minonna

JESI, 9 febbraio 2017 – Se glielo avessero raccontato difficilmente ci avrebbe creduto ed è per questo che ha voluto accertarsi di persona, vedere con i propri occhi la realtà dei fatti. “Chi mi aveva descritto la scena non aveva inventato nulla – ci racconta questo signore-, la situazione sul posto era proprio quella che denunciava senza mezzi termini le gravi lacune esistenti nel nostro Comune in materia di controllo dei lavori”.

Questi i fatti, documentati e denunciati pubblicamente da mesi e mesi. “Abito in uno dei quattro rami che caratterizzano via Minonna – aggiunge -, quello che, partendo dal ponte San Carlo, dopo meno di duecento metri si immette su via Mazzangrugno. Un tempo era una tipica stradina di campagna con fondo in terra battuta e ghiaia; poi, alcuni decenni or sono, il Comune (perché è una strada comunale) decise di effettuare su tutta la lunghezza un trattamento di depolverizzazione. Attenzione, non asfaltatura, ma depolverizzazione, vale a dire lo spargimento di graniglia e l’irrorazione con prodotto collante, vale a dire bitume. Per anni, salvo rare eccezioni, la situazione del fondo stradale rimase accettabile e questo perché dal Comune si garantiva una periodica manutenzione che eliminava le eventuali buche o gli avvallamenti prodotti dal passaggio del traffico urbano o dei mezzi agricoli”.
Tutto andò liscio – o quasi – fino a qualche anno fa, fino a quando, cioè, per risparmiare sulle spese del Comune si decise di ridurre notevolmente la manutenzione di quella e di altre strade cittadine fino a dimenticarla del tutto. Col passare dei mesi e degli anni, con l’avvicendarsi delle stagioni più o meno favorevoli (non dimentichiamo l’abbondante nevicata di pochi anni or sono) e persistendo lo stato di abbandono, quel tratto di via Minonna è rimasto pressoché abbandonato a se stesso; i sopralluoghi del personale comunale si sono diradati e sul fondo stradale sono cominciate a comparire piccole buche e avvallamenti sempre più vistosi.

In più occasioni i residenti si sono fatti portavoce della situazione segnalando verbalmente la situazione agli uffici preposti senza, però ottenere nulla. “Denunciando verbalmente la situazione non abbiamo ottenuto nulla” e così il 23 ottobre dello scorso anno è stata inviata una mail al Sindaco ed all’assessore ai Lavori Pubblici segnalando la situazione di quel tratto di strada. “Abbiamo aspettato per circa un mese che qualcuno dei due destinatari (Sindaco e Assessore), dopo aver letto le lamentele e visionato le foto allegate che certificavano quanto scritto, rispondesse alla mail”. Inutilmente. Ecco allora che il 25 novembre ritornano alla carica con un nuovo messaggio di posta elettronica. “Anche in questo caso le denunce non hanno sortito alcun effetto; tutto è rimasto come prima. Anzi, no: perché a distanza di un mese il fondo stradale, già dissestato, ha subito altri danni a causa del maltempo. Nonostante questo silenzio ci siamo armati di santa pazienza ed abbiamo aspettato ancora qualche settimana”. Poi, il 23 gennaio scorso, a distanza di 3 mesi esatti dalla prima segnalazione scritta, è stato inviato un ulteriore sollecito che, a giudicare da quanto stava avvenendo ieri mattina (8 febbraio 2017) ha dato l’impressione che fosse stato recepito. “Ci sbagliavamo”.

Poco dopo le 9 di ieri mattina (8 febbraio) il nostro intervistato esce di casa e si accorge della presenza di un autocarro con tanto di impianto per lo spargimento di bitume liquido e due operai che stavano procedendo alla chiusura delle buche ed al ripristino di condizioni accettabile di transito. “Ho lasciato i due operatori che stavano lavorando e sono andato in città, convinto che al mio rientro avrei trovato una strada nuova, con le buche chiuse e le sospensioni della mia utilitaria che tiravano un sospiro di sollievo per la fine di un martirio. Illuso. Poco dopo le 11,30 attraverso il Ponte San Carlo, imbocco via Minonna pregustando già una bella veduta del fondo stradale. Niente di tutto questo. Le buche che avevo lasciato qualche ora prima erano ancora li, tutte salvo una, grossa e pericolosa, che si trovava (e si trova) in una curva. Degli operai nessuna traccia. Visionando l’intero tratto ho potuto constatare che l’opera di chiusura delle buche è stata portata a termine soltanto nel breve tratto rettilinea che immette in via Mazzangrugno; tutto il resto (fatta eccezione, come detto, per la condizione della curva) è rimasto come prima, vale a dire in condizione estremamente pericolose. Dopo questo racconto che cosa dire. Non ci sono parole, ma certezze”.

(redazione)

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