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LETTERE & OPINIONI DISSERVIZIO ANALISI DONATORI AVIS, ALTRA CARENZA DEL CARLO URBANI

JESI, 17 giugno 2018 – Di seguito una lettera firmata inviataci da alcuni cittadini di Jesi, donatori Avis, sulle lungaggini che si riscontrano per quei benefattori che si recano al Carlo Urbani per il controllo delle analisi annuali richieste dallo stesso Ente e senza il buon esito delle quali è impossibile procedere  alla donazione.

“I tempi per un afflusso giornaliero di circa 10-13 persone – scrivono – corrispondono a 2 ore di attesa. Si inizia alle 7-7,30 ma per chi arriva con un po’ di ritardo l’effettuazione dell’esame viene rimandato alle 9-9,30 e così via. Questo è accaduto nei giorni scorsi ma da segnalazioni di altri concittadini sembra una prassi. Questo orario, e la relativa organizzazione, viene applicata quando il servizio  è aperto e attivo. Può anche capitare che la persona interessata si reca al Carlo Urbani per i prelievi di controllo  e trova chiuso senza alcun preavviso o indicazione se non la giustificazione che c’è carenza o manca personale addetto.  Quando invece l’attività è ‘funzionante’ si manifestano disservizi considerato che i medici preposti sono impegnati per le trasfusioni, il che sembra anche giusto. Di conseguenza necessita altro personale in aiuto a quello già in essere: una sola infermiera, per quanto efficace ed efficiente, non può seguire contemporaneamente analisi e trasfusioni. Tutto questo porta al malcontento ed anche a disincentivare il donatore che si presenta con entusiasmo ma che di fronte a certe realtà pensa magari di rivolgersi presso altri centri Avis di Comuni limitrofi. E’ un controsenso! Da una parte si cercano donatori spendendo tempo e denaro, per poi trovarsi di fronte, quando questi si presentano, a tante difficoltà e disorganizzazione. Tutti hanno impegni giornalieri a cui far fronte e circa 30 minuti tra attesa ed effettuazione del prelievo è di norma. Tanto tempo di attesa in più, al contrario, non è concepibile e giustificabile se non riferito ad una disorganizzazione che purtroppo sembra rispecchiare tutte le manifestazioni di critica che negli ultimi mesi si sono lette e dette sull’ospedale in generale. L’impressione è netta: sembra che manchi quel rispetto per il donatore. Come se ci si debba adattare ad una realtà che invece non deve e può esistere. Forse in pochi , o in tanti, non comprendono che l’Avis esiste grazie ai donatori i quali non fanno un favore a nessuno ma compiono un gesto lodevole e di solidarietà nei confronti del prossimo e della collettività“.

lettera firmata

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