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LETTERE&OPINIONI GIORNO DEL RICORDO, LA REPLICA DELL’ASSESSORE “SE AVESSE LETTO QUEL MANIFESTO…”

JESI, 14 febbraio 2017 – Beh signor Brazzini, ci rimango male! Se quel manifesto che cita su QdM lo avesse letto invece di guardarlo frettolosamente, io leggo ora il suo pezzo, forse sarebbe potuto essere con me, con il Presidente del Consiglio Comunale, con alcuni consiglieri di maggioranza ed di opposizione, con alcune associazioni jesine, con la signora Laura – esule istriana – e soprattutto con gli studenti che hanno riempito il teatro Il Piccolo insieme alle loro insegnanti. Avrebbe osservato, come ho fatto io, lo sgomento nei loro occhi per essere venuti a conoscenza di una pagina buia della nostra storia (molti di essi hanno confessato di non avere mai sentito la parola “foibe”), li avrebbe visti interrogarsi per cercare di rispondere alle mie domande su “come possiamo migliorarci per contrastare tragedie di questo genere?”, li avrebbe visti fermarsi dopo la fine della manifestazione per parlare con la signora Laura per saperne di più, li avrebbe infine visti allontanarsi in silenzio, consapevoli di avere avuto un’occasione per riflettere su quanto sia ancora fragile la nostra società; oltre ad avere ascoltato testimonianze di cosa la barbarie della guerra possa far compiere ad un uomo, di come le ragioni (?) della politica possano occultare la verità, hanno ascoltato una persona definirsi “cittadina di serie B”. Questa era la mia intenzione, farli ragionare su quanto abbiamo bisogno di loro perché di cittadini di serie B non ne esistano più, su quanto ognuno di noi possa e debba dare un contributo e, se possibile, cercare di essere d’esempio. Senza retorica – i ragazzi proprio non se la meritano – ma con azioni forse piccole ma concrete. Lei invece in questa occasione è stato, se mi permette, un po’ superficiale e dalla retorica si è lasciato trascinare, almeno nel titolo.
Retorica di cui addirittura grondano, e questo è davvero sconfortante, le parole messe insieme sull’argomento da un candidato Sindaco, ma questa è un’altra storia…
Le scrivo come vede privatamente, mi aspetto però quanto meno una integrazione rispetto a quanto apparso su QdM; lascio a lei il compito di informare i suoi lettori che l’Amministrazione della città in cui vivono si adopera affinché i cittadini, specie quelli di domani, siano sempre più consapevoli del significato e dell’importanza del vivere insieme civilmente.
Ho affidato a Facebook le mie riflessioni sull’evento di venerdì scorso; non so se lo frequenta, semmai, se crede, le faccio avere il contenuto.
Buona giornata
Luca Butini
Assessore alla Cultura, Comune di Jesi

“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, recita l’antico adagio latino troppo spesso dimenticato. Ma non da tutti, certamente non da chi scrive in questo momento che ha infranto solo la prima parte dell’adagio.
Mi spiego. Venerdì scorso, su questa pagina, scrivevo del “Giorno del Ricordo” celebrato in ogni parte d’Italia con manifestazioni di commemorazione per le migliaia di vittime – italiane e no – ritrovare nelle foibe istriane dove erano state gettate dai criminali seguaci di Tito. Scrivevo delle due bandiere a mezz’asta esposte sul balcone del Palazzo Comunale e scrivevo anche che nella nostra città non erano state previste manifestazioni di partecipazione a questa ricorrenza istituita soltanto sessanta anni dopo il verificarsi dei tragici fatti in Istria. Quest’ultima affermazione è nata da una serie di coincidenze quali: la mia superficialità nel non approfondire la questione, visto che nessuna iniziativa era stata prevista nell’Aula del Consiglio Comunale (casa degli jesini) ma negli spazi del teatro “Il Piccolo”, presso la parrocchia di San Giuseppe, la mancata conferma da parte di chi vive in quel Palazzo, il fatto che la stampa non fosse stata portata a conoscenza delle iniziative intraprese. Solo un paio di giorni dopo, grazie alla sensibilità di un amministratore, ho potuto rendermi conto di aver fatto un errore, un grosso errore; per la prima volta, in oltre trent’anni di svolgimento del compito di pubblicista, ho scritto una castroneria, una notizia non vera, una involontaria bugia bella e buona che ha portato a sbagliare anche chi, in redazione, leggendo l’articolo, ha scelto il titolo da dargli. Per questo, con umiltà, chiedo scusa a tutti.

Sedulio Brazzini

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