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Jesi

LETTERE&OPINIONI “VI RACCONTO UNA STORIA, DOLOROSA QUANTO ASSURDA”

JESI, 20 aprile 2016 – Voglio raccontarvi un fatto assurdo e di una gravità senza precedenti. Una giovane coppia, aspettano un bambino. Fanno tutte quelle cose che si fanno in questi casi, visite di routine e quant’altro serva in queste situazioni. Si accorgono che il bimbo in arrivo è gravemente malformato per una patologia che lo riguarda. Ovviamente inizia il calvario per questi ragazzi. Che fare? Hanno già un figlio, in attesa fervente dell’arrivo del fratellino, e non vogliono neanche pensare di perdere quello in arrivo. Ma la situazione è irrecuperabile per il feto. Decidono per l’aborto.
E qui il calvario aumenta. Si rivolgono alla ginecologa che ovviamente è obbiettrice e quindi cerca di dissuaderli. Loro insistono e allora a questa stimata professionista per placare la sua vena religiosa viene in mente la bella idea di consigliare alla puerpera questa cosa: “Signora lo faccia morire dentro vista la gravità del caso”. Ma ci rendiamo conto cosa le ha detto?
Anche io conosco i rischi che si corrono è lei se ne esce così? Eppure Questa è la sanità a Jesi e provincia. Ma non finisce qui. A Jesi tutti obiettori nessuno vuol esercitare l’ aborto. Solo da Fabriano sono disponibili a venire. Eventualmente 4 persone. Immaginate il costo per la sanità: quattro persone in trasferta e questo perché a Jesi si obietta. Alla fine i due ragazzi decidono di andare a Rimini, ovviamente chiamati perché visto l’andazzo hanno cercato altre soluzioni. Ieri parlandone mi hanno detto: “Massi tutto un altro mondo”.
Perché questo? Perché fino a che nelle Marche non si comincerà a capire che la sanità è un investimento sulla persona e non un costo da tagliare la nostra sanità, quella marchigiana sarà solo un’ eccellenza a perdere.
Massimiliano Lucaboni

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