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SOTTO ‘ E LOGGE – IL BEATO ANGELO

In uno dei luoghi più suggestivi del territorio di Cupramontana si celebra ogni anno l’anniversario del martirio del Beato Angelo avvenuto nel 1429 nella selva che circondava il priorato, nei pressi di una cappellina rupestre.
Quest’anno i festeggiamenti si protrarranno per tre giorni , 8-9-10 Maggio ed avranno un calendario ricchissimo di eventi: Pesca di beneficenza, Stand gastronomici con bevande e panini, Processione e celebrazione religiosa sul luogo del martirio, Cantamaggio per le ve del paese Cena, Gara di briscola con ricchi premi, Gioco dello Spaccalegna fra le contrade paesane, Rottura delle brocche, 48, Scoccetta can uova sode, Ruota della Fortuna , stornellatori e giocolieri e tanta, tanta allegria (se il tempo lo permetterà).

Universalmente conosciuta dai Cuprensi come l’Abazzia del Beatangelo, la chiesa di Santa Maria in Serra ha superato ormai i mille anni di vita, riempiendosi di storia gloriosa e di leggende e facendo sempre parte della storia di Cupramontana.
Contesa nell’antichità fra le tre diocesi che nei suoi pressi hanno i confini cioè Osimo, Camerino e Jesi, oggi sembra definitivamente far parte del territorio amministrato dalla Curia Vescovile di Jesi.

Nel tempo ha subito le vicissitudini dell’evoluzione della chiesa monastica: priorato dapprima soggetto al potere dai Conti di Rovellone che lo hanno sostenuto e difeso, signoria dei Simonetti di Jesi all’epoca tardo medioevo, fucina di sapere e di fervore religioso ai tempi di Giovanni da Capistrano e Giacomo della Marca, predicatori indomiti e castigatori di eretici.
Luogo ascetico e pieno di fascino, dalle sue mura color biscotto traspaiono pace, santità, cultura religiosa.

Non si può rimanere indifferenti al suo fascino e sembra quasi che le antiche pietre parlino, cantino i salmi dei camaldolesi che la curarono, la frequentarono e la resero feconda con l’opera e l’esempio.
Luogo di preghiera per i molti che la frequentarono nei secoli e di raccoglimento per quanti vi cercarono il ristoro di una vita pacifica e di contemplazione, trovando cultura ed un anelito di pace celeste.

Per mille anni Santa Maria in Serra ha offerto i suoi preziosi silenzi ai tanti che le si sono accostati con fede, ai tanti che nel suo chiostro hanno trovato lo slancio necessario per elevarsi fino a guardare il cielo, lo stesso che contemplava il Beato Angelo Urbani che si lasciava affascinare dalle visioni celesti fino ad arrivare al martirio che gli giunse per la mano violenta di eretici, i Fraticelli nemici dichiarati del Papato.
Luogo dell’anima, cantato da illustri poeti come il Luigi Bartolini continua ancora oggi ad affascinare per l’eleganza delle sue forme, la semplicità delle sue linee architettoniche riguadagnate da un recente restauro e per quel suo stare in disparte quasi a proteggere il paese di cui ha sempre fatto parte, ma una parte discreta.
Ne ha sempre raccolto le confidenze più intime perché ha saputo stimolare la parte più recondita degli animi di quanti hanno ad essa rivolto i propri passi , fra questi Vincenzo Capogrossi che ne ha voluto raccontare le vicende storiche nel suo splendido libro “La Badia e la Contrada” dato alle stampe nel giugno 1979 ed illustrato con le foto in bianco e nero di Eriberto Beltrani , perfettamente in tema con il soggetto trattato dalla pubblicazione.
Recentemente anche la Collana “La Pieve” ha voluto annoverare fra le sue opere editate un testo in cui le immagini sapientemente la fanno da padrone, sono quelle del nostro conterraneo Vincenzo Mollaretti che ha saputo cogliere l’anima del luogo in una serie di immagini notevolissime e guidate non soltanto dal mestiere, c’è indubbiamente sentimento in questi scatti che fanno da compendio all’opera “L’Abbazia di Santa Maria in Serra o del Beato Angelo”stesa da Don Maurizio Fileni.
Il sottotitolo perfettamente azzeccato recita . “Un luogo benedetto da Dio”

(Pietro Anderlucci)

FOTOGALLERY

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