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Cronaca

JESI TELECAMERE NEL SOTTOPASSO FERROVIARIO, ECCO COME SI CONTRASTA IL FENOMENO DEL VANDALISMO

Il muro imbrattato del sottopasso ferroviario di via Marconi

JESI, 16 luglio 2017 – Dopo il riprovevole oltraggio al Monumento ai Caduti di tutte le guerre inaugurato giusto  mezzo secolo fa, il 2 ottobre 1967, Sindaco, autorità, rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’arma condannano pesantemente l’autore o gli autori del gesto: giovani che non possono certo ricordare gli orrori delle guerre, sia perché non li hanno vissuti ed  anche perché i loro genitori hanno avuto altri pensieri per la testa, diversi da quelli che impongono loro di educare la loro prole.

Purtroppo questi giovani hanno prelevato una corona d’alloro posta di fronte al monumento e con questa si sono messi a giocare, distruggendola, logicamente.

Una mano anonima ha tentato di deturpare il muro del sottopasso scambiatore

Al di là dell’oltraggio ad un simbolo, quanto accaduto denuncia una situazione particolarmente preoccupante che potrebbe ulteriormente deteriorarsi se non saranno adottati provvedimenti adeguati, finalizzati ad un maggior controllo del territorio. Come? Da anni, ormai, si denuncia la mancanza di agenti della Polizia Locale impegnati in città che non permetterebbe  l’attivazione di turni di servizio protratti fino alle mezzanotte; se veramente, da parte degli amministratori, c’è la volontà di contrastare atti di vandalismo, bullismo e criminali sarebbe opportuno che la nuova “squadra” di governo cittadino comincia a valutare seriamente il problema.

Non solo. Si fa un gran parlare dell’installazione di impianti di video sorveglianza nei luoghi così detti a rischio; nella fattispecie sembra di capire che il parco pubblico non sia inserito in quell’elenco.

E sempre fuori dall’elenco pare ci siano molti sottopassi stradali e pedonali.

La conferma si può sintetizzare su quanto è possibile notare nei quattro attraversamenti della linea ferroviaria Ancona – Roma.

A pochi metri di distanza dalla stazione ferroviaria, sia in direzione  est (mare) che in direzione ovest (monte), oltre che proprio di fronte, in direzione sud, ci sono due attraversamenti sotterranei riservati ai pedoni ed altrettanti alle automobili.

Come era il sottopasso ferroviario di viale Trieste fino a poco tempo fa

I primi due si trovano in corrispondenza della stazione e accanto al sottopasso carraio di via Marconi che fa coppia con via Padre Matteo Ricci.

Bene, se voi attraversate quest’ultimo o il pedonale che dalla stazione conduce al retrostante parcheggio (o in Commissariato) vi accorgerete del “candore” dei muri, solo lievemente compromesso nella parte delle scale di uscita verso sud.

Situazione completamente diversa in via Marconi dove sia il passaggio pedonale, che quello automobilistico sono stati presi di mira dai così detti “graffitari” che molti, in quelle parte della città e non solo definiscono imbrattatori e deturpatori di un bene pubblico.

Perché questa differenza? La risposta è semplice, nei sottopassi di via Marconi non esiste un sistema di videosorveglianza che “inchiodi” i vandali del pennello (e in alcuni casi le loro famiglie) alle loro responsabilità.

Più vigilanza in città e nelle periferie, dunque, sia essa assicurata da personale comunale o da apparecchiature di videosorveglianza e nel caso di accertamenti di responsabilità la giustizia adotti la severità che richiede il fenome

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