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Ancona

ANCONA CENTRO AZZERUOLO PER L’AUTISMO: LA SEDE JESINA OPERATIVA A MARZO

Centro Azzeruolo

Primo centro in Italia residenziale e interamente sanitario

ANCONA, 27 febbraio 2019 – Sarà operativo dal prossimo 9 marzo e potrà ospitare, con un ingresso scaglionato nel tempo, fino a 9 persone affette da autismo. È il nuovo Centro Azzeruolo, sperimentale residenziale, interamente sanitario, dove potranno vivere in comunità gli adulti (dai 18 ai 35/40 anni) che presentano disturbi dello spettro autistico.

È il primo centro in Italia con queste caratteristiche (residenziale e interamente sanitario, non socio-sanitario). La struttura è stata ricavata all’interno di un’ex casa colonica in via Roncaglia, 58. Tra otto mesi il primo report sull’attività del Centro, che consentirà di elaborare specifiche necessità assistenziali da inserire nel sistema sanitario regionale rispetto alla patologia.

Centro Azzeruolo

Enzo Giancarli e Fabrizio Volpini nel corso della conferenza stampa in Regione sul Centro Azzeruolo

«Da sempre le Marche sono state all’avanguardia sul tema dell’autismo – ha affermato il consigliere Enzo Giancarli, componente della commissione Salute durante un incontro in Regione –. Già nel 2014 il Consiglio regionale ha approvato una legge regionale sui disturbi dello spettro autistico tenendo ben presenti i principi costituzionali che stabiliscono la piena integrazione sociale, scolastica e lavorativa di tutti i cittadini. In una dimensione regionale – aggiunge –, la scelta di far sorgere il primo centro residenziale a Jesi, alla quale mi onoro di aver contribuito, ha visto la sinergia fra tutte le istituzioni coinvolte, dall’Asur alla Regione all’Area Vasta 2 fino al Comune di Jesi ed all’Azienda pubblica dei servizi alla persona».

Il presidente della commissione Salute, Fabrizio Volpini ha sottolineato come «l’avvio dell’attività del centro è un altro passo avanti nell’applicazione della legge regionale per intervenire sul problema dello spettro autistico. Nelle Marche esistono già il Centro regionale di riferimento dell’autismo per l’età evolutiva nell’Uo di Neuropsichiatria infantile all’interno dell’azienda ospedaliera Marche Nord, al presidio di Fano ed il Centro per l’età adulta nella sede dell’Unità multidisciplinare dell’età adulta (Umea) presso il distretto sanitario di San Benedetto del Tronto. Ora parte il progetto della struttura residenziale h24 che ospiterà le persone affette da tutte le declinazioni della malattia».

È il primo centro in Italia con queste caratteristiche (residenziale e interamente sanitario, non socio-sanitario). La struttura è stata ricavata all'interno di un'ex casa colonica in via Roncaglia, 58. Tra otto mesi il primo report sull'attività del Centro, che consentirà di elaborare specifiche necessità assistenziali da inserire nel sistema sanitario regionale rispetto alla patologia. Giovanni Picchietti, direttore Unità Cure Tutelari Area Vasta 2, ha illustrato il progetto: «Si aprirà una fase di sperimentazione che servirà alla Regione per poter determinare quali sono i carichi assistenziali e le conseguenti tariffe. Il Centro Azzeruolo si inserisce nel sistema più ampio relativo all’autismo, che comprende anche i Centri di riferimento regionali che fungono da collegamento con il territorio. Tra otto mesi avremo il primo report sull’attività del centro ed in base a quello la Regione potrà compiere i passi successivi».

Ha aggiunto ancora Paolo Pedrolli, coordinatore del Dipartimento di Salute mentale dell Asur: «Il Centro Azzeruolo
rappresenta una sperimentazione molto avanzata per la Regione Marche che immagina l’assistenza relativa a questo disturbo totalmente sanitaria, e non socio-sanitaria, e con modelli di riferimento specifici. I risultati di questa sperimentazione serviranno anche a creare collegamenti con le scuole ed il mondo del lavoro, sempre in relazione alla gravità della patologia». «Un valore aggiunto per il nostro sistema sanitario – ha concluso il direttore dell’Area vasta 2, Maurizio Bevilacqua –. La sperimentazione si basa sull’esperienza dei nostri professionisti e vede un importante finanziamento da parte della Regione Marche che si è dimostrata attenta a questa fragilità che coinvolge anche le famiglie e non solo i pazienti».

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