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ANCONA Ddl Zan: «Lottiamo per i nostri diritti» (video e foto)

Ieri pomeriggio l’assemblea pubblica in Piazza Cavour organizzata da Arcigay: «Più ci opprimete e più lottiamo»

ANCONA, 31 ottobre 2021 – Sono scese in piazza centinaia di persone per manifestare contro l’affossamento del ddl Zan compiuto dal Senato nei giorni scorsi. Ieri anche ad Ancona, in Piazza Cavour, in molti hanno manifestato per i diritti civili che il disegno di legge avanzato dal deputato Alessandro Zan avrebbe difeso dalla discriminazione e dalla violenza.

Sono decine le città che stanno scendendo in piazza in questi giorni: una legge di civiltà che avrebbe permesso all’Italia di mettersi al passo con tanti altri Paesi europei in materia di diritti non è stata neppure discussa in Senato, che ha liquidato la problematica con lo strumento della tagliola e con il voto segreto.

Eppure il problema della violenza omofoba (e non solo) è reale e vicino: un paio di mesi fa, in pieno centro ad Ancona e sotto gli occhi di tantissime persone, un quattordicenne, spalleggiato dal branco, ha preso a pugni in faccia una ragazza di 16 anni che teneva per mano un’altra ragazza.

Il Ddl Zan, lungi dal censurare opinioni, aveva lo scopo di ampliare la legge Mancino e difendere minoranze discriminate per orientamento sessuale o identità di genere, donne e persone con disabilità. Anche ad Ancona, dunque, su coordinamento di Arcigay Comunitas, sono scese in piazza tante persone che non accettano che i diritti civili siano oggetto di tifoseria da stadio – dopo la morte del ddl una curva di senatori ha esultato con applausi e fischi per aver negato la protezione dello Stato alle suddette categorie: donne, persone disabili e Lgbt+.

Centinaia di manifestanti hanno risposto quindi con un applauso molto diverso a quello del Senato: «Ieri abbiamo fatto un glorioso applauso, di tutt’altro valore rispetto a quello dei senatori e senatrici che hanno ucciso la speranza di poter diventare un Paese migliore», scrive Arcigay sui social.

«Il nostro Senato l’ha detto forte e chiaro: non ha alcun interesse a tutelare le minoranze discriminate. Serve molto di più del ddl Zan, ma il lavoro fatto sino ad oggi non andrà sprecato: fuori da quell’aula il Paese resta favorevole a un intervento di tipo normativo a contrasto delle discriminazioni e violenze dettate da omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo». Questo il punto di partenza.

«Lottiamo per i nostri diritti, per la nostra libertà, per i diritti umani – hanno detto da Piazza Cavour ieri pomeriggio -, e più ci opprimete e più lottiamo. Siamo cresciuti in una società omofoba, transfobica, sessista e abilista: quindi istruiamoci, facciamo notare alle persone vicine che quello che hanno detto è discriminatorio, appoggiamo la causa delle altre comunità anche se non ne facciamo parte: gli uomini ci siano per le donne, la comunità queer per la comunità trans e per le persone disabili».

«Questa realtà ci abitua ogni giorno all’indignazione e a provare vergogna per il Paese in cui viviamo. E di nuovo oggi ci troviamo a provare questi sentimenti. Ma noi non ci arrendiamo», scrive il Collettivo Transfemminista di Jesi a supporto delle manifestazioni che ormai hanno coinvolto tutta Italia e sono arrivate addirittura fino a Parigi.

Elisa Ortolani

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