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ANCONA La Cna si scaglia contro il proliferare della grande distribuzione

Santini: «Si rischia di creare un ampio territorio completamente antropizzato, un conseguente deterioramento sociale e culturale e una funesta congestione viaria»

ANCONA, 11 agosto 2020 – Se non si possono bloccare, in forza della Legge Bersani e come conseguenza dello spinto liberismo europeo, che almeno se ne governino i processi in maniera severa e rigorosa e se ne pianifichi in maniera razionale eventuali scongiurabili ulteriori insediamenti. Questo è ciò che la Cna responsabilmente sta ripetendo in più occasioni ai candidati alle prossime elezioni regionali, in materia di grande distribuzione.

Massimiliano Santini

Il direttore Cna Territoriale di Ancona, Massimiliano Santini

«Il perché è nell’oggettività dei numeri – fa sapere la Cna in una nota -. Mentre la grande distribuzione alimentare nel semestre scorso, sulla scorta anche del Covid, ha continuato a crescere in volumi e fatturato, nel nostro territorio provinciale il saldo nati-mortalità delle imprese iscritte all’albo segna un -552, ovvero 1.435 cessate, contro le 883 nate, di cui la zona di Ancona ne conta -148 (349 cessate e 201 nate).

«In questo quadro «inedito e desolante», il commercio alimentare al dettaglio, in controtendenza rispetto ai grandi centri commerciali continua a perdere pezzi e nel primo semestre si contrae di ulteriori quattro unità (6 cessate e 2 nate).

«Mentre assistiamo alla nascita di una nuova unità commerciale di media dimensione il territorio anconetano ne lascia per strada quattro piccole».

Una situazione che preoccupa la Cna che rilancia alle istituzioni «deputate a garantire l’interesse pubblico, contro il consumo indiscriminato del territorio, attente a privilegiare un processo di recupero regolato e armonizzato con il contesto urbano dei contenuti dismessi, eludendo in ogni modo investimenti miopi, fittizi e speculativi con promesse infrastrutturali faraoniche».

Per Cna non c’è bisogno di «grandi centri commerciali alimentari, specie alla Baraccola, una delle aree più antropizzate d’Italia in rapporto alla popolazione, che ha fatto scivolare a valle flussi di acquirenti dai centri urbani della vallata, contribuendone alla loro progressiva desertificazione commerciale e depauperamento sociale».

Di qui la richiesta alle istituzioni locali e regionali di «privilegiare e sostenere concretamente i piccoli insediamenti artigianali e commerciali nell’area a sud di Ancona, ampia e composita in tipologia e dimensioni di aziende, purché non siano l’ennesima sovrapposizione merceologica e siano guidati da imprenditori locali, in una visione d’insieme e di ampio respiro temporale, anche in forma aggregata per consentire economie di scala e sostenibilità occupazionale – conclude Massimiliano Santini, direttore Cna territoriale Ancona -. Noi continueremo a fare la nostra parte, cioè tifare e sostenere la nascita di tante piccole realtà nell’aerea in esame, anche di giovani in forma associata nei servizi a imprese e cittadini, con una logica lungimirante e uno spirito innovativo (spin-off, incubatori, coworking), guidare e assistere imprese di produzione a diversificare e cogliere le opportunità della loro filiera commerciale, agevolare il difficile passaggio generazionale nelle piccole attività commerciali per non farle morire, diffondere ogni forma di espressione imprenditoriale che valorizzi le tradizioni enogastronomiche locali».

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