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ANCONA Manca poco per il bando “La poesia che si vede”
24 Febbraio 2021
Un concorso di videopoesia per rilanciare un genere letterario poco commerciale.
“La poesia è il salvagente cui mi aggrappo quando tutto sembra svanire” scriveva Khalil Gibran, il poeta libanese più conosciuto nel mondo occidentale.
E in questo periodo difficile, anche dei versi appesi sulla vetrina di un negozio – com’è accaduto a Jesi, per quelli di Maria Teresa Chechile durante le festività natalizie – possono dare sollievo e speranza.
Così un nuovo concorso di poesia diventa una scelta coraggiosa. L’idea è di Corto Dorico, festival di film e cortometraggi dal respiro internazionale, giunto alla sedicesima edizione; il nome del concorso è “La poesia che si vede”, dedicato a Franco Scataglini.
Si concorrerà con videopoesie che riescano a unire uno degli strumenti espressivi più antichi, come la poesia, con la modernità del linguaggio video.
Tempi e modalità
Nel rispetto della modalità innovativa, la partecipazione viene tramite Filmfreeway e Festhome, i cui link si trovano nel bando di concorso sul sito: www.cortodorico.it
Il regolamento consente ad ogni candidato di inviare non oltre due videopoesie di 20’ ciascuna, previo pagamento di un contributo di sei euro.
Le opere selezionate verranno poi presentate il 24 e 25 marzo. Il primo classificato vincerà 500 euro.
La poesia
Nel 2015, l’editore Nicola Crocetti, dava l’allarme: in Italia nessuno compra più libri di poesie. Un appello condiviso da tante case editrici nostrane, come l’einaudi:
“Il fatto che le grosse case editrici, che si basano sul profitto, smettano di fare collane che non sono più redditizie – aveva proseguito Crocetti – denuncia una condizione di crisi. Viviamo in un Paese di gente che scrive ma non legge. È questa la tragica realtà“.
Se Alessandro Carrera, nel suo “I poeti sono impossibili”, raccontava che a leggere poesie non vi è nemmeno chi le fa, la situazione negli ultimi anni si è trasformata grazie ai social.
Ora i poeti nascono su instagram o facebook, come Rupi Kaur, che dal digitale passano al cartaceo ed arrivano a vendite da best sellers, perché i loro follower li seguono.
E anche i poeti più citati sulla Rete, vengono riscoperti in libreria: come Alda Merini o Wislawa Szymborska.
I video
Nel mondo degli instapoeti, le videopoesie diventano perfette per veicolare il proprio pensiero. Si realizzano in due modalità: la prima è quella che vede le parole protagoniste assolute.
Si inseriscono foto sullo sfondo mentre vanno avanti i versi letti o visti del componimento. L’altro metodo è quello della lettura diretta da parte di un attore o un influencer, che si prepara anche esteticamente attraverso l’uso di makeup sobri, che utilizzano correttori per rimuovere le occhiaie fastidiose davanti alla telecamera, e ombretti con colori neutri o di terra per esaltare i tratti espressivi del volto.
Esempi di questo tipo si sono visti durante il lockdown con gli attori Alessio Boni e Alessandro Gassmann. Il concorso “La poesia che si vede” si inserisce sul solco di questa novità e forse, chissà, scoverà qualche talento.