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ANCONA “Non chiamatelo raptus”, la mostra sulla violenza di genere

Nel 2021 in crescita le richieste di aiuto, Tiziana Mosca segretaria Cgil Ancona: «Valorizzare il ruolo delle donne a partire dai  luoghi di lavoro»

ANCONA, 7 marzo 2022 – “Non chiamatelo raptus” è questo il titolo della mostra, inaugurata sabato mattina, delle opere di Anarkikka, che Cgil Ancona, Filcams Ancona, Flc Ancona e Gulliver hanno allestito presso la Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e che sarà visitabile sino al 12 marzo

Il titolo della mostra evoca il fenomeno della violenza di genere, un tema tristemente attuale considerando anche l’aumento dei casi alla luce degli ultimi dati nazionali e territoriali.

È ancora fra le mura domestiche che avvengono la maggior parte degli episodi di violenza di genere, incrementati dagli effetti del lockdown e della convivenza forzata dovuti alla pandemia.

In tutte le Marche si è registrato un preoccupante incremento dei casi (+18%): nel 2020 sono state 483,  a fronte delle 471 del 2019,  le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza della regione.

Un dato che si somma a quello delle chiamate effettuate al 1522 (il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking), in aumento, nel 2020, del 79,5% rispetto al 2019. In particolare, nella provincia di Ancona, le donne vittime di violenza nel 2020 sono state 123 (il 25% del totale regionale), di età compresa tra i 30 e i 50 anni

Da questi dati è evidente come la pandemia abbia notevolmente influenzato la crescita dei casi di violenza sulle donne e lo dimostra il fatto che tra il primo agosto 2019 e il 31 luglio del 2020 la percentuale dei procedimenti per maltrattamenti e abusi contro familiari e conviventi è aumentata dell’11% a livello nazionale, con un sensibile incremento delle denunce tra il primo gennaio e il 31 maggio 2020.

Nelle Marche, come nel resto del Paese, i dati relativi alle denunce sono strettamente collegati a quelli delle richieste d’accoglienza alle case rifugio.

Secondo i dati Istat riferiti al secondo trimestre del 2021, nelle Marche le richieste di aiuto al 1522 sono state 176. Nel 2020 se ne sono registrate, nel complesso, 301 e nel 2019, 185.

E’ evidente quanto la pandemia abbia influito, quindi, sull’aumento di casi di violenza, soprattutto in ambito domestico.

A questi dati vanno aggiunti quelli relativi a tutte le altre forme di violenza: dallo stalking alle molestie verbali, dalla denigrazione continua al ricatto economico che genera dipendenza.

Occorre quindi costruire una rete tra tutti i soggetti che, a vario titolo, si occupano di contrastare tutte le espressioni di violenza sulle donne per dare piena applicazione alle norme esistenti.

Dichiara Tiziana Mosca, segreteria provinciale Cgil Ancona che «l‘impegno della Cgil è quello di contrastare le violenze e le discriminazioni di genere all’interno dei luoghi di lavoro, anche attraverso la contrattazione collettiva e di adoperarsi, assieme ad altri soggetti, affinché il ruolo delle donne nella società e nel lavoro sia riconosciuto e valorizzato per superare ogni forma di discriminazione e disuguaglianza e per affermare con forza il diritto delle donne alla libertà e al rispetto nella vita privata, nella società e nel lavoro».

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