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ANCONA Summer Jazz Festival 2020: sotto le stelle della musica

Bella partenza con il “Giacomo Uncini Quintet”, chi non c’era se l’è proprio voluta perdere

ANCONA, 12 luglio 2020Spigolature dal dopo sbornia musicale. È normale, soprattutto per chi è rimasto per mesi lontano dalla musica che ama, legato a un granello di disposizione anticovid, costretto al surrogato di alzabandiere on line o alle cantate balcone a balcone.

Adesso si è cominciato a fare sul serio anche nel mondo del jazz. Così, toccandosi gomito a gomito per salutarsi dopo mesi di astinenza, un “universo” si è seduto, alla Terrazza Moroder di Ancona, per l’inaugurazione dell’ennesima edizione di Ancona Summer Jazz Festival 2020, che chiuderà intorno a ferragosto.

Terrazza ruffiana, ho avuto modo di dire, ma probabilmente neppure i gestori si sono resi conto che l’affluenza, sempre contenuta nei limiti della norma eccetera eccetera, sarebbe stata così imponente e calorosa e non avevano immaginato la pioggia di richieste di cene al lume di candela o di un buon bicchiere di Moroder che è il rosso che più rosso non si può.

Con chi è iniziato questo festival sotto le stelle del jazz?

Con il Giacomo Uncini Quintet, che ha presentato il suo ultimo discoTime heals everything”, un must, oggi, nel mondo discografico. Il sold out ha fatto capire subito che la voglia di jazz era arrivata ad alti livelli, come se ci fosse nella testa e nell’animo di ciascuno dei musicisti una crisi di astinenza che li ha spinti a dare il massimo, ed anche di più di quanto il fisico stesso proponesse, dopo mesi di ruggine.

Giancarlo Di Napoli, deus ex machina, ha presentato i ragazzi ed il festival con la solita passione, davanti ad un pubblico attento e pronto a scaldarsi le mani. Le sue parole sono state chiare.

«Oltre che a omaggi e a interpreti straordinari della nostra passione per il jazz, daremo spazio anche ai giovani marchigiani che stanno emergendo in campo nazionale e internazionale». Detto fatto, per l’inaugurazione di sabato sera ne ha radunati due, di Jesi fra l’altro, Giacomo Uncini alla tromba ed Andrea Molinari alla chitarra, conosciuti nella loro città ma che sono il simbolo di quanto sia vero l’aforisma nemo propheta in patria.

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Ma giorno verrà in cui redivivi ormai gli itali … scusate, sono caduto sull’Alfieri, ma volevo scrivere “jesini” o “al manco marchigiani”. Meglio ritornare alla serata, che chi non c’era se l’è proprio voluta perdere. Una ventata di vero talento musicale, basta leggere i nomi, un’ora e mezza dalla quale tutti sono usciti semidistrutti ma sicuri di aver dato un segnale potentissimo in questo panorama dell’Ancona jazz festival.

Cinque grandi interpreti del jazz non solo nazionale , come Uncini, Andrea Molinari chitarrista marchigiano al top della sua espressione artistica, Pietro Lussu al piano (un … lusso che pochi si possono permettere oggi), Francesco  Puglisi al contrabbasso (con lui basta un’occhiata) e Marco Valeri alla batteria, un sorriso a tempo di jazz.

Uncini, emozionatissimo, ha spinto come un forsennato e non si sarebbe mai detto che da oltre tre mesi non suonava, soprattutto in pubblico, col suo quintetto. Alla fine della giostra, bis ed applausi a non finire. Roba importante ragazzi, Molinari, spiritato, avrebbe ceduto la sua Gibson per una branda!

Che bella partenza, grazie davvero!!! Ne riparleremo…per forza, i Festival nascono apposta, giusto?

Giovanni Filosa

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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