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Basket La General Contractor si ferma contro Ruvo (77-83) e un arbitraggio inadeguato

Jesi lotta alla pari con la corazzata pugliese ma nell’ultimo periodo di gioco si deve arrendere anche a causa di diverse fischiate “discutibili”, domenica 10 novembre trasferta a Ravenna

Jesi – Dai primi anni 90’ fino ai giorni d’oggi, dalla serie C con uno sprazzo di A1, tra tanti alti e pochi bassi, agli appassionati di basket jesini i capelli si sono ingrigiti, o come nel caso del sottoscritto, sono caduti del tutto.

Abbiamo imparato a godere delle vittorie e ad accettare le sconfitte, con una stretta di mano. Le retine bucate, gli uno contro uno brucianti, i gesti tecnici spettacolari sono diventati il nostro pane quotidiano. Vorremmo commentare sempre un’intuizione tattica, un canestro inventato: non ci abitueremo mai al fatto di dover raccontare gioco forza di arbitraggi inadeguati.

Questa volta, però, non possiamo esimerci. Gli errori di chi è chiamato a dirigere vanno accettati, sempre, ma quando i fischi della coppia in grigio rasentano il provocatorio, ci deve essere consentita una pacifica e fragorosa piagnolada. Tutte le Società, nessuna esclusa, chiamate quotidianamente a enormi sacrifici economici per mettere in scena spettacoli cestistici di alto livello meriterebbero direzioni di gara professionali, all’altezza della situazione, non dilettanti allo sbaraglio come in una corrida di Corrado e di Amadeus.




Ruvo di Puglia espugna il PalaTriccoli per 77-83. I pugliesi, costruiti per il salto di categoria, si sono dimostrati forti, solidi, esperti, furbi nell’accezione buona del termine, smaliziati. Isotta ha confermato di essere un giovane di grande prospettiva, Moreno il marpione che ben conosciamo, Jackson un fuori categoria: certo, alcuni atteggiamenti sopra le righe fanno ben capire il motivo per il quale un talento come quello dell’americano sia relegato in terze serie.

La General Contractor ha giocato la sua partita: organizzata, generosa, a tratti enorme. Ha limitato un totem come Borra sotto le plance, ha lavorato duro sui cambi difensivi, ha ricucito gli strappi ospiti con tenacia e buona qualità (avendo anche in mano il possesso per il sorpasso nel finale).

Fino all’inizio dell’ultimo periodo di gioco, quando si è presentata sul parquet sotto di quattro punti, sul 56-61. Eravamo pronti a una volatona, decisa come sempre dal sangue freddo di questo o quel protagonista tra i dieci in canotta. Invece, dovremmo narrare di falli tecnici, espulsioni e antisportivi fischiati in serie a giocatori, allenatore, massaggiatore e panchina, rigorosamente di casa. Forse sarà stato sanzionato anche qualche ignaro passante in via Tabano. Richiami ufficiali al pubblico, reo di alzarsi in piedi e urlare la propria indignazione, pur senza trascendere come da tradizione. Gomitate e colpi proibiti non visti, rimesse laterali invertite. Poco, pochissimo basket. Dagli arbitri invece di tutto di più, in perfetto stile Rai.

Quell’esperienza di cui sora, ci porta a dire che siamo solo alla nona giornata di campionato e sarebbe inutile e dannoso fare drammi. Complimenti e due punti ai vincitori. Applausi a Jesi. Tirata di orecchie per i due fischietti: accettiamo la serata storta, ma usiamo la mano non per scrivere, bensì per sventolare un grande fazzoletto bianco.

Domenica 10 novembre, la General Contractor sarà di nuovo in campo, a Ravenna. L’occasione immediata e giusta per tornare a parlare esclusivamente della palla a spicchi, di Marulli, di capitan Valentini e di tutta la valorosa truppa jesina.

Il tabellino

General Contractor Jesi 77

Crifo Wines Ruvo di Puglia 83

(16-15; 15-19; 25-27; 21-22)

General Contractor Jesi Bruno 8, Petrucci 11, Di Emidio, Cena 11, Zucca 17, Marulli 16, Ponziani 4, Valentini 8, Berra 2. All. Ghizzinardi

Crifo Wines Ruvo di Puglia Musso 14, Borra 9, Moreno 2, Jackson 26, Giorgi 2, Markovic 7, Lorenzetti 6, Gatto 2, Isotta 15. All. Rajola

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