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il parere dell’esperto

BENESSERE Il pompelmo, un frutto benefico per l’organismo

La rubrica “Il parere dell’esperto” è uno spazio affidato a persone specializzate su argomenti di comune interesse

 

 

Dr.ssa Simona Ciciliani, Biologo Nutrizionista

Il pompelmo, un frutto benefico per l’organismo

 

Il pompelmo è un frutto protagonista di tante storie e credenze più o meno veritiere, a volte anche a discapito della salute. È un frutto antico o davvero si tratta di un ibrido tra agrumi? Ha davvero proprietà bruciagrassi? Tutti possono assumerlo? Troviamo insieme la risposta a ciascuna domanda.

Il pompelmo (Citrus paradisi ) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rutacee e al genere Citrus. Il suo frutto è il risultato di un incrocio ad opera dell’uomo tra arancio dolce (o Citrus sinensis), di cui conserva forma e volume, e pomelo (o pummelo o pampaleone o Citrus maxima o Citrus grandis), da cui ha ereditato gusto e succosità). Col trascorrere delle generazioni il pompelmo ha acquisito lo status di Specie a sé stante.

Inizialmente, in Europa, era usato solo come pianta ornamentale, divenne popolare come frutto commestibile solamente nel XIX secolo.

Il pompelmo rosa è solo una delle numerose varietà di questo frutto, la cui colorazione deriva da una serie di mutazioni spontanee e pilotate.

Il pompelmo vanta numerose proprietà:

– è un frutto particolarmente povero di zuccheri semplici e di calorie;

– ha un elevato contenuto di vitamina C, fondamentale per favorire l’assorbimento del ferro da parte del nostro organismo, e un buon contenuto di vitamina A;

– tra i sali minerali spicca soprattutto il potassio, ma anche calcio, magnesio e ferro in piccole quantità;

– il suo estratto ha attività antimicotica, antimicrobica e antibatterica ad ampio spettro;

– è ricco di naringenina, un flavonoide amaricante con proprietà antiossidanti, ipocolesterolemiche e ipoglicemizzanti;

– contiene una piccola quota di sinefrina, un’amina simpaticomimetica in grado di provocare un aumento della termogenesi, ovvero la combustione di grasso allo scopo di produrre calore, a livello del grasso bruno.

Quest’ultima sostanza, in particolare, è molto abbondante nell’arancia amara (Citrus aurantium) e agisce sui recettori cellulari che inducono il consumo e la conversione dell’adipe in calore. È però da evidenziare che l’adipe bruna costituisce una porzione rilevante del tessuto adiposo corporeo solo nei neonati e nei mammiferi ibernanti, mentre nell’adulto le quote sono minori e molto variabili da soggetto a soggetto.

Tornando invece alla naringenina, è importantissimo chiarire che questa sostanza è un potente inibitore metabolico dell’isoforma CYP3A4 del citocromo P450 epatico, un complesso enzimatico del fegato adibito al metabolismo di farmaci, nutrienti, sostanze tossiche ed altri xenobiotici introdotti nell’organismo. La naringenina, quindi, agisce sia inibendo la produzione dell’enzima sia competendo con i farmaci. In poche parole, se assumiamo farmaci e mangiamo pompelmo non avviene una corretta metabolizzazione del farmaco, questo viene metabolizzato più lentamente con conseguente aumento dello stesso nei livelli plasmatici e riduzione dell’effetto farmacologico. Attenzione dunque all’assunzione di pompelmo in caso di assunzione di farmaci!

Concludendo, il pompelmo è un frutto di recente origine, benefico per l’organismo e di aiuto nel mantenimento del peso corretto e di un buono stato di salute grazie alla sue molteplici proprietà. Nonostante ciò, da solo non rappresenta una soluzione per la riduzione del peso e contro l’obesità. Inoltre non tutti i soggetti possono assumere pompelmo a causa dell’interazione delle sostanze contenute al suo interno con i farmaci.

Dr.ssa Simona Ciciliani

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