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CASTELBELLINO L’opposizione strumentalizza il tema della violenza di genere

Continuano le polemiche, le accuse del gruppo di maggioranza consiliare “Uniti per Castelbellino” 

CASTELBELLINO, 6 dicembre 2020 – Durante il Consiglio comunale del 27 novembre scorso, la Capogruppo di minoranza Federica Carbonari ha manifestato la propria chiara insofferenza per l’interrogazione presentata da due consiglieri di maggioranza in merito al ricorso al Tar avanzato dalla stessa Carbonari e dalla collega consigliera Mecarelli.

E pretendeva, la consigliera Carbonari, di spiegare ed argomentare il suo disappunto in barba al Regolamento Comunale che non prevede dibattito in merito alle interrogazioni. Tanto che ha ripetutamente interrotto il consigliere Basili, ostacolando la normale discussione dell’interrogazione stessa.

Rossano Basili

Per questo è stata perentoriamente ripresa dal Sindaco e Presidente del Consiglio perché si attenesse al Regolamento Comunale e consentisse il regolare svolgimento dell’interrogazione.

Apprendiamo dai giornali, ancora una volta, che l’esercizio legittimo delle prerogative del Presidente della seduta costituirebbe in realtà un atteggiamento volto all’insulto e, addirittura, alla violenza.

La consigliera Carbonari questa volta però esagera paragonando un simile episodio alla violenza di genere, a ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, questione seria, reale, che colpisce troppe donne che meritano rispetto, senza essere chiamate in causa in modo strumentale.

Tanto più da chi non è proprio nella condizione da dare lezioni a riguardo a questa maggioranza, da chi si presenta (finalmente allo scoperto!) rappresentato dalla destra radicale, che sostiene a livello nazionale le proposte del Sen. Pillon e che si allea con chi paragona l’aborto al femminicidio.

La consigliera Carbonari dovrebbe ricordare infatti che le biografie e le scelte politiche parlano per noi, anche in tema di questioni di genere: mai si è rivolta alle consigliere o alle assessore comunali rispettando la grammatica di genere prima di farlo oggi strumentalmente, anzi si è sempre riferita a se stessa come consigliere comunale. E questo perché, semplicemente, la battaglia sulle questioni di genere, così rilevanti nel lavoro sociale e culturale che possa prevenire la violenza contro le donne, non appartiene alla cultura politica della consigliera Carbonari, del gruppo di minoranza e della loro parte politica, se non quando c’è da strumentalizzarla in modo becero.

Basti ricordare che nel 2016, quando l’allora maggioranza presentò un odg perché il Consiglio comunale di Castelbellino si esprimesse in favore della piena applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza e censurasse la sostanziale obiezione di struttura in atto all’ospedale di Jesi, l’allora minoranza votò contro.

E l’allora e attuale consigliera di minoranza Mecarelli espose al Consiglio comunale tutta la sua disapprovazione e riprovazione per quell’atto, che, semplicemente, chiedeva l’applicazione di una legge dello Stato, ormai riconosciuta come baluardo di civiltà e di tutela della salute e della capacità di scelta delle donne.

Le scelte politiche aprono la strada alla violenza di genere; gli stereotipi culturali e lessicali la alimentano; la discriminazione, l’emarginazione, il moralismo giudicante, la brutalità del linguaggio, l’obiezione di struttura negli ospedali pubblici sono violenza di genere. Tutte cose che la destra sistematicamente appoggia e alimenta.

Uniti per Castelbellino

Oggi, invece, a Castelbellino, ci troviamo semplicemente di fronte al fatto che il Sindaco, al di là del genere delle consigliere e dei consiglieri di minoranza, cerca di far rispettare i regolamenti e l’Amministrazione comunale argomenta politicamente le proprie ragioni.

Ma c’è chi sente ancora la necessità di sottolineare pubblicamente la maternità come valore aggiunto in merito a prese di posizione politiche.

E allora le consigliere e i consiglieri di minoranza, quantomeno in rispetto delle centinaia di donne che ogni giorno in Italia vengono uccise, molestate, denigrate, imparino cosa sia realmente la violenza di genere e, se nel merito e nel metodo politico ne sono all’altezza, mettano in campo le necessarie iniziative politiche per contrastarla.

Uniti per Castelbellino

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