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CASTELPLANIO AICU: «GENOCIDIO NEI NOSTRI MARI, SERVE SCATTO DI DIGNITÀ»

L’Associazione Italiana Carlo Urbani dopo il naufragio del barcone di migranti al largo della Libia: «Non restare indifferenti»

CASTELPLANIO, 22 gennaio 2019 – L’Associazione Italiana Carlo Urbani, Aicu, definisce un “genocidio” quanto sta accadendo nel Mediterraneo, all’indomani del naufragio di un’imbarcazione al largo della Libia che ha provocato 117 morti.

Nata nel luglio del 2003 con lo scopo di continuare la straordinaria opera umanitaria di Carlo Urbani, Medico Senza Frontiere scomparso a causa della Sars, malattia che lui stesso aveva per primo individuato, l’Aicu con un post su Facebook commenta: «Se di fronte alla tragedia scappiamo, chi resta? Nelle acque dei nostri mari sta avvenendo un genocidio, nell’indifferenza più totale, anzi, nell’odio innescato in modo irresponsabile». 

L’associazione presieduta da Tommaso Urbani, figlio del medico Carlo, continua: «L’Aicu, ispirandosi a Carlo Urbani sente di dover sottolineare la necessità di uno scatto di dignità, personale e sociale, a fronte di quanto purtroppo continua ad avvenire nel Mediterraneo. Non solo stiamo fuggendo, ma riusciamo a rimanere impassibili di fronte alle morti di bambini, donne e uomini che stanno cercando una nuova speranza di vita. Riusciamo anche a convincerci che non è colpa nostra, ma una ineluttabile conseguenza di nuove politiche migratorie che noi non abbiamo deciso. Non possiamo e non dobbiamo». 

L’associazione, ricordando le parole di Carlo Urbani che durante l’epidemia di Sars, sapendo di mettere a rischio la sua vita, scriveva: «Se di fronte alla malattia il medico scappa, chi resta?», conclude: «Desideriamo fare nostro l’invito di Papa Francesco a recuperare, prima di tutto, il senso di umanità e responsabilità, che ci spinga a agire e a non restare indifferenti».

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