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CASTELPLANIO Centro di Spiritualità, ci vuole una crepa per far filtrare la luce

Festa del Preziosissimo Sangue a “Sul Monte”, riflessioni sul lungo tempo della pandemia per non rassegnarsi di fronte alle tempeste della vita

CASTELPLANIO, 6 luglio 2021 – Da 35 anni (1986) opera a Castelplanio un Centro di spiritualità Sul Monte, voluto dalle suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Erano esattamente 100 anni dalla apertura della casa voluta dal vescovo Magagnini con la presenza della stessa congregazione. Era stato un bel salto di qualità dell’opera di educazione alle vita spirituale attorno alla Pasqua e al Sangue di Cristo.

Suor Anna Maria lo ha ricordato all’inizio dell’incontro, svoltosi domenica scorsa, dal tema “C’è una crepa in ogni cosa…è così che entra la luce” – Risonanze dalla pandemiaLa prima domenica di luglio è sempre festa del Preziosissimo Sangue e dunque una bella coincidenza per radunare una settantina di amici e ricordare, far festa in ogni modo.

Il modo comune di raccogliere la gente nel Centro è stato sempre uno spettacolo di musica e parole significative e la partecipazione qualificata di lettori, cantori, autori. Questa volta sono stati al centro tre libri, già annunciati nella rubrica appunti pastorali di due settimane fa. Lì era descritto il contenuto e il senso di: “Per avere luce bisogna farsi crepa, di Anna Maria Vissani in collaborazione con Cristiana Filipponi,  “Strofiniamo il buio per farci luce” – Le parole altre della pandemia, di Cristiana Filipponi, “Chiari di bosco“, di Anna Maria Vissani e Mariano Piccott.i

E il senso era una riflessione su questo lungo tempo di pandemia. Ci vuole una crepa per far uscire la luce. E’ un’espressione di Cohen. Ma è anche una espressione di Gesù, e di tanti che non si sono rassegnati alle crepe, ai terremoti della vita, alle tempeste e alle durezze.

C’erano i tre autori suor Anna Maria, Cristiana Filipponi e don Mariano Piccotti. Tutto presentato da Cristina Corsini e Pino Nardella.

L’incontro è stato aperto da una lettera aperta al virus, dicendogli tutto quello che ha fatto succedere. Un bel panorama scritto da Riccardo Ferrati e che apre il libro principale presentato. Subito è seguita la testimonianza diretta di don Giuseppe Quagliani, il vicario della diocesi, che sta pian piano tornando alla vita normale dopo quell’8 febbraio quando, scoperto il virus, è stato immediatamente portato in ospedale. Ha raccontato il suo calvario, la sua attenzione interiore a quanto stava succedendo al suo corpo, alla sua persona. Testimonianza commovente.

Le presentazioni sono state esemplificate da una pagina letta e da due canzoni tratte proprio dalle risonanze spirituali-poetiche della raccolta Chiari di bosco (Zambrano) . Questa immagine riassume bene la ricerca che avviene nel Centro, è quel momento di risveglio delle anime che avviene dentro il bosco delle nostre giornate confuse e buieLa musica e il canto sono state affidate ad Alessia Sebastiano e Patrizia Balducci, da sempre espressioni della bellezza del canto. Alessia poi ha proposto due canti inediti, proprio per questa circostanza. Giordano Tittarelli le ha scritte e, come sempre, azzeccateMichele Luminari con il suo sax ha avvolto di musicalità tutta la serata.

Peccato che non aver vissuto tutto in giardino. È arrivato il temporale che pure era benedetto. Trentacinque anni, un’ assemblea di persone amiche e compagni di viaggio che fa sempre piacere incontrare.

(m.p.)

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