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Cronaca

CASTELPLANIO Ciao Malìa, un cuore troppo grande per questo mondo così piccolo (video)

Nella quiete del parco dell’abbazia di San Benedetto de’ Frondigliosi la commemorazione di Maddalena Urbani tra musica, silenzio e ricordi

CASTELPLANIO, 22 maggio – Oggi l’ultimo saluto a Malìa, il nome con cui amava essere chiamata Maddalena, figlia di Carlo Urbani, il medico della Sars. E’ il parco dell’abbazia di San Benedetto de’ Frondigliosi il luogo scelto per la cerimonia dalla mamma Giuliana e i due fratelli, Luca e Tommaso, una cerimonia di musica, silenzio e parole.

Commemorazione che sarebbe dovuta avvenire il 3 maggio, giorno del suo 21mo compleanno, ma non è stata resa possibile a causa del mancato nullaosta da Roma per la cremazione.

Finalmente oggi, amici, parenti e insegnanti hanno potuto darle l’ultimo abbraccio, e con loro, anche il suo amato cane Alaska, nel grande prato dove tanto le piaceva trascorre in silenzio le giornate, a leggere e riflettere in compagna del suo amico a quattro zampe.

«Così calpestando questa erba in qualche modo ti sentiamo con noi», le prime parole, dopo una prima compilation delle canzoni preferite da Maddy, sono quelle della mamma, che incredula per quanto accaduto, ringrazia quanti hanno scritto messaggi di affetto e inviato fiori per la sua piccola bambina.

Non sempre le cose sono state facili per Malìa, che a soli 3 anni ha dovuto affrontare un dolore tanto grande quale la morte di un padre, che ha potuto vivere solamente attraverso i ricordi. Era un eroe Carlo Urbani, eppure Malìa, che non voleva si parlasse di lei come la figlia del medico che aveva salvato il mondo, di un eroe non sapeva che farsene, lei voleva solamente riabbracciare suo padre.

«Cercavi il tuo posto nel mondo – continua la madre Giuliana – chi cerca di consolarci in questo tempo di dolore e angoscia vuole richiamare la bella immagine che ti vede finalmente con nonno Gilbo e babbo Carlo. Non so se questa carezza sia sufficiente a lenire tanta sofferenza. Certo, è sollevante il pensiero del grande abbraccio di due forze che si unisco a dare forza a quelli che restano sulla terra».

La mamma, poi, le ha dedicato, cantandola, l’Ave Maria di Fabrizio De Andrè.

Le foto, accanto all’urna con le ceneri, ritraggono una ragazza solare, una piccola stella dal sorriso luminoso e gli occhi brillanti. Ed era così Maddalena, «una splendida luce che travolge, che regala al mondo occhi nuovi, più belli e sinceri», dice suo fratello minore. Era un’amica che sapeva amare e farsi amare, una ragazza autentica, che tanto odiava gli schemi superficiali della vita.

L’urna, riflesso della sua anima colorata, ritrae un grande cuore e tanti piccoli animali. Simona Bramati, che ne è l’artista, spiega che pile di fogli e quaderni non basterebbero a racchiudere l’essenza della giovane. Una frase ripeteva spesso, e da questa ha tratto ispirazione per le decorazioni dell’urna: «Oltre duecento specie estinte per mano dell’uomo. Che schifo, ma perché nessuno si dà una svegliata?».

Parole che evidenziano la sua sensibilità, un cuore troppo grande per un mondo così piccolo. Uno spirito libero che in tanti, durante la cerimonia, hanno raccontato con lettere e poesie, commozione e ricordi struggenti.

La musica ha accompagnato tutta la commemorazione che si è conclusa con il violinista Marco Santini e il suo Cristo delle Marche.

Poi la tumulazione nel cimitero di Castelplanio, nella tomba di famiglia dove le ceneri di Malìa saranno custodite con il papà Carlo. 

Nicoletta Paciarotti

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