Cronaca
CASTELPLANIO “I NOSTRI 4 GIORNI CON MADRE TERESA DI CALCUTTA E I 7 ANNI CON LA FUTURA REGINA DEL BELGIO”
7 Settembre 2016
CASTELPLANIO, 7 settembre 2016 – Sette anni in Belgio. E in quei sette anni toccare con mano sia la regalità terrena che un pezzo di paradiso. Stare accanto al principe Alberto e alla principessa Paola di Liegi – futuri sovrani, 1993 – nel castello del Belvedere ma vivere anche 4 giorni con Madre Teresa di Calcutta, proprio domenica scorsa, 4 settembre, proclamata santa da Papa Francesco.
Uno scorcio di vita da raccontare, quello tra il 1966 e il 1973, per i coniugi Ciro Tiroli, 76 anni, e Maria Marchegiani, 71, originari di Montecarotto ma da tempo, ormai, stabilitisi a Pozzetto di Castelplanio.
“Eravamo giovani, allora, negli anni ’60, freschi sposi – ricorda Maria – in cerca di lavoro. E siamo emigrati in Svizzera. Poi, da qui, tramite un parente di Ciro, che già aveva avuto modo di lavorare per i sovrani, nel 1966 siamo giunti in Belgio, ad affiancarlo a servizio dei due principi“.
La principessa Paola di Liegi, l’italienne, nata a Forte dei Marmi nel 1937, appartiene a una grande famiglia dell’aristocrazia italiana, i Ruffo di Calabria, e li aveva cercati perché “al suo servizio voleva soltanto italiani, marchigiani in particolare“.
E sarà un legame che durerà nel tempo, anche quando i due coniugi faranno rientro in Italia. Tanto che avranno modo di rivedersi, qualche anno dopo, a Firenze.
“Abbiamo conservato tante lettere che ci ha scritto di suo pugno anche se, una volta diventata regina, la corrispondenza veniva nascosta in un’altra busta perché la sua calligrafia non poteva più apparire per il ruolo che ricopriva”.
“Abbiamo avuto modo anche di viaggiare molto – ricorda a sua volta Ciro – in quanto accompagnavamo i principi, sempre per servizio, nei loro spostamenti in mezza Europa“.
Nel 1971 l’incontro con la 61enne, allora, Madre Teresa di Calcutta.
“La Madre – dicono – era ospite della principessa al castello ma non ne ha voluto assolutamente sapere di occupare le magnifiche stanze padronali che le erano state messe a disposizione. Ha detto chiaramente alla principessa, quando ci ha presentati, che preferiva stare con noi, con noi che eravamo la servitù. E con noi ha diviso per quattro giorni il piccolo appartamento che avevamo in un’ala al piano terra”.
“Stava in una cameretta che avevamo destinato a nostro figlio Roberto di 18 mesi e una sera, visto che piangeva, se lo è preso in braccio porgendoci una specie di scatolina che teneva sempre con sé. Era alimentata a pile e le serviva per scaldarsi le mani perché – diceva – le aveva sempre fredde. Con lei parlavamo un po’ in francese e un po’ in italiano. E i pasti che le preparavamo erano frugali e molto semplici“.
Nel 1973 il rientro in Italia – nell’83 sarebbe nata anche la figlia Loretta, il primogenito Roberto è nato in Belgio nel 1970 nella stessa clinica dove la principessa aveva messo al mondo i suoi tre figli – ma di nuovo Paola di Liegi si fece sentire.
“Ci chiamò per dirci che voleva rientrassimo al suo servizio – racconta Maria – e non riuscimmo a dirle di no. Era tutto pronto per ritornare in Belgio quando io fui chiamata dalla AP di Moie che aveva accettato di assumermi. Non partimmo più…”.