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CASTELPLANIO “TUTTI MUOIONO TROPPO GIOVANI”: L’INCONTRO CON IL TEOLOGO DON ARMANDO MATTEO

CASTELPLANIO, 27 luglio 2016 – Primo appuntamento di Parliamone in terrazza, sabato 23 luglio scorso, al centro di spiritualità “Sul Monte” di Castelplanio, ospite il teologo don Armando Matteo, docente presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma.cpl2

Tema, il suo ultimo saggio “Tutti muoiono troppo giovani”, come la longevità sta cambiando la nostra vita e la nostra fede. Due ore nelle quali rispondendo al giornalista Pino Nardella e, poi, al numeroso pubblico intervenuto, don Armando ha spiegato il perché “nessuno di noi cittadini occidentali accetta più di considerarsi o venire considerato vecchio”.

Il che ha introdotto ripercussioni nel modo di intendere e praticare le relazioni educative e sociali ma anche effetti sulla pratica della fede.

“Trent’anni, ossia il tempo stimato di una generazione: ecco quello che abbiamo guadagnato nelle nostre esistenze individuali nell’ultimo secolo. E la longevità ha prodotto un enorme contraccolpo su quell’età della vita che è originariamente chiamata a illuminare di senso le altre: l’età dell’adultità, della maturità”.

Oggi – afferma – la vecchiaia è scomparsa dal nostro tempo, cancellata. Anche su Wikipedia “non è più possibile rintracciare il lemma vecchiaia”.

E’ una colpa sentirsi vecchio anche perché “a qualsiasi età ognuno muoia, muore sempre troppo giovane”. E la morte, proiezione della vecchiaia, di conseguenza, è qualcosa che non ci appartiene: “Siamo nell’epoca dove si consuma la morte della morte”.

cpl1Persino dai manifesti funebri questa parola è stata cancellata: siamo scomparsi, ce ne andiamo, ritorniamo alla casa del Padre, lasciamo chi rimane, ci spegniamo. Ci congediamo, ci addormentiamo.

“E’ come se avessimo più vite a disposizione – afferma don Armando –  e i giochi non sono mai del tutto chiusi. Non è da escludere, pertanto, la possibilità di cambiare lavoro o partner. La morte è davvero troppo lontana per potere continuare a rappresentare una questione ultima. E’ piuttosto un’ultima questione da prendere in considerazione a tempo debito”.

La vecchiaia è l’ultimo tabù dell’Occidente tanto che “di tutto si può parlare tranne che del diventare ed essere vecchi. Ci possono chiedere qualsiasi cosa, anche la più intima, ma mai la nostra età. E se qualcuno osa farlo la risposta, servita in modo sottile e raffinato, è immediata: “E tu quanti anni mi dai?”. Quindi meglio evitare..”.

In questo tempo nel quale “viviamo in un regime di bassa adultità si finisce per amare la giovinezza più degli stessi giovani e a questi ultimi non si dedica la necessaria attenzione. Se per gli adulti il vero paradiso è la giovinezza, perché i giovani dovrebbero crescere, allontanarsi da esso?”.

Ne deriva, perciò, che “i giovani, i nostri figli, vivano in una condizione di semi divinità, in mezzo a una massa di adulti che spudoratamente li venera e li invidia. Ma c’è un prezzo salato da pagare: la dipendenza servile dagli adulti che rischia di azzerare ogni progetto di autonomia, vera base di ogni autentica realizzazione di sé”.

La funzione genitoriale viene meno in quanto i figli “hanno bisogno di un adulto non paritario ma responsabile, in grado di dare limiti oltre che gratificazioni continue, e di far pensare anche per doveri e non solo per diritti. Soltanto in questo modo il bambino, il ragazzo, diventerà un adulto capace di staccarsi dalla famiglia. Essere adulto significa essere un ponte tra i figli e il mondo, un allenatore che sa tenere salda la differenza tra volere bene e volere il bene, un poeta che sa attivare la capacità di vedere ciò che non si vede e di apprezzare ciò che non si vende: colui che sa attivare le antenne del desiderio”.cpl3

Ed essendo la fede “mai immune da ciò che tocca l’umano, la Chiesa è chiamata, come in ogni epoca, a nuove opportunità e a nuove sfide. Sembra inutile dirlo, ma è proprio così: Papa Francesco ha semplicemente ragione: serve una Chiesa che sia comunità e comunità di gioia, un luogo visibile dove ci si sottragga alle sirene del mercato e allo stile freddo delle istituzioni. Luogo dell’accoglienza, dello scambio, della parola, della festa”.

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 Il prossimo appuntamento degli incontri in terrazza al centro di spiritualità “Sul Monte” di Castelplanio è previsto per sabato 13 agosto alle ore 20.00. Cena a buffet, quindi l’incontro che avrà per tema “Tra gli altri… mitezza & tenerezza”, Cristiana Filipponi e Cristina Corsini ne parlano con il teologo Francesco Giacchetta.

 

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