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Cerreto d'Esi

CERRETO D’ESI I nodi della Pedemontana

L’affondo del gruppo consiliare Cerreto D’Esi bene comune

CERRETO D’ESI, 14 dicembre 2021 – La grande opera della Pedemontana ha dei grossi problemi: la pioggia dell’11 dicembre lo ha messo in chiaro per tutti, e ha dato ragione a coloro che da anni si spendono affinché di queste problematiche si parli, perché su queste si agisca.

Quando infatti un territorio collinare viene privato di alberi e rovi, che servono a trattenere la terra, quando l’ acqua viene tombata e i fossi e i tombini vengono privati della loro funzione, non ci si può poi meravigliare delle conseguenze, che sono state disastrose.

I segnali si sono mostrati subito, già in fase di costruzione: per anni tutti hanno notato, camminando intorno al lago, il formarsi di moltissimi pantani e le pompe per aspirare l’acqua in continua funzione. Per comprendere il perché non bisogna conoscere la fisica quantistica, anzi è un fenomeno, il ciclo dell’acqua, che si studia già alle elementari: c’è la sorgente, poi il ruscello, il fosso, poi il fiume ed il mare. Forse i progettisti pensavano che l’acqua, privata del suo corso naturale, sparisse magicamente.

Bisogna in realtà dire che anche in questo caso Cerreto è stata fortunata, come lo è stata durante l’incendio del 26 agosto; anche stavolta nessuna vittima o ferito, ma solo danni materiali. Ci chiediamo allora cos’altro bisogna aspettarsi per aprire gli occhi su questa grande opera: l’amministrazione comunale ha definito la strada una risorsa, per noi è sempre stata altro.

Fossimo stati noi l’attuale amministrazione a quell’inaugurazione non avremmo sicuramente partecipato, perché il nostro territorio è fragile e le nostre risorse autoctone, ovvero vigneti e agricoltura, per noi vanno preservate. La tutela dell’ambiente non è una bandieruola buona ad esser sventolata in campagna elettorale, ma è impegno concreto: La Pedemontana è un progetto figlio dei bisogni della famiglia Merloni, immaginato negli anni ‘70 per collegare le due aziende di loro proprietà.

È ad oggi fuori da ogni tempo logico, e fuori da ogni utilità. Vicino a quella strada sono sorte, nei 50 anni che fu un progetto fantasma, le abitazioni di molti cerretesi. Nonostante questo il cambio di progetto non è arrivato: una realizzazione, costata circa 90 milioni di euro, per una strada che ha devastato  il nostro territorio sia in termini ambientali che economici. Non era necessaria per Cerreto né per Matelica: erano necessarie delle circonvallazioni, quello sì, ma si è preferito deturpare le campagne in collina per puri scopi di solo profitto .

Cosa ci guadagna il nostro territorio? Un unico svincolo che ancora non vede un’uscita obbligatoria per i camion, per farli passare attorno al lago, i quali invece continuano a transitare sotto la Torre Belisario che è stata soggetta, fra l’altro, ad uno studio proprio sui possibili danni da vibrazioni del traffico? Lasciando fare a questi soggetti e facendogli realizzare i loro progetti Cerreto, che già è ridotta a dormitorio, rimarrà una bella cartolina, da guardare da lontano.

L’ acqua scesa in maniera copiosa ci ha mostrato tutta la fragilità del nostro territorio, colpito nel suo equilibrio naturale e idrogeologico. La strada è stata realizzata in mezzo a metri e metri di terra disboscata, vicino agli argini del fiume.

Non possiamo permetterci di aspettare che arrivi una frana, o che le persone si facciano male: il Comune deve intervenire subito con un esposto alla Quadrilatero. Devono essere riaperti nell’immediato gli scoli chiusi, monitorate le pulizie degli stessi e messi in sicurezza i campi e le abitazioni. Hanno rovinato un ecosistema che invece andava preservato, svendendolo per due lire vigliacche e spalmandoci sopra del cemento inutile. La maggioranza non resti sorda: posate il selfie stick e ascoltate quei rompiscatole degli ambientalisti; se non altro perché lo fanno per il bene comune, che in tasca a loro non rientra niente.

Gruppo Consiliare Cerreto d’Esi Bene Comune

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