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CHIARAVALLE Baristi, ristoratori e commercianti aderiscono a #IoApro

L’appoggio è simbolico ma l’insoddisfazione contro le misure restrittive è palese ed evidente


CHIARAVALLE, 15 gennaio 2020 – Anche a Chiaravalle i commercianti di bar, ristoranti, pizzerie si sono uniti e riuniti per dare il loro appoggio, anche se simbolico, all’iniziativa #IoApro che vede i commercianti lasciare le luci dei loro locali accese.

Nelle vetrine sono affissi i loghi della manifestazione a valenza nazionale e diversi esercenti hanno apposto un proprio pensiero libero.
Perché di libertà si parla, di obbedienza all’art. nr 1 della nostra Costituzione che recita: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


«Le categorie dei ristoratori e bar sono state fortemente colpite da tutte le misure restrittive messe in atto dal Governo – affermano molti baristi, esercenti e ristoratori – che con i nuovi e incalzanti Dpcm ci hanno bloccati, impedendoci di esercitare il nostro più grande diritto: quello di lavorare. I nostri commercianti vogliono semplicemente fare quello che sanno fare meglio, lavorare sempre e comunque nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie attualmente vigenti. Vogliamo tutti poter arrivare a fine mese, poter pagare scadenze, fornitori, stipendi, contributi. Ma se non ci fanno lavorare non potremo farcela. Siamo tutti consapevoli dell’emergenza sanitaria in atto, ma dopo mesi di stenti, non riusciamo più a restare inermi, abbiamo bisogno di avere la possibilità di provvedere alle nostre famiglie».


«Se le nostre chiusure fossero realmente servite a eliminare o quantomeno ridurre drasticamente il problema saremmo stati orgogliosi dei nostri sacrifici, ma avendo una situazione addirittura di peggioramento, ci sentiamo deturpati della nostra libertà, della dignità, e ci sentiamo presi in giro e volutamente abbandonati. La nostra sarà una manifestazione pacifica e che non violerà alcun Dpcm, sarà un simbolo e un sostegno ai colleghi che invece hanno deciso di aprire, e che da oggi si batteranno anche per noi. Ma se la situazione non cambia dovremo affidarci a un rappresentante di categoria e agire diversamente, in qualche maniera».

Gianluca Fenucci

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