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CHIARAVALLE “Caso Costantini”, Rete femminista: «Rompere il silenzio»

Solo così le donne avranno voce e saranno credute quando vengono violentate, aggredite, molestate

 CHIARAVALLE, 3 febbraio 2022 – Sappiamo che la violenza può colpire chiunque di noi e che non ha passaporto, né  colore né classe sociale, ma spesso ha le chiavi di “casa” e dei luoghi di lavoro.

È la storia di tante donne e di persone non conformi al modello patriarcale che ogni giorno si ribellano a molestie, stalking, violenza domestica, psicologica, sessuale. E’ sempre la stessa storia, in ogni parte del mondo, anche a Chiaravalle.

Prima di ogni altra cosa, come rete femminista, siamo sempre dalla parte della donna che ha subito violenza.

Tuttavia, nel leggere i giornali circa l’episodio di Chiaravalle, non troviamo nulla di aperta e convinta solidarietà alla vittima di violenza, sepolta tra i tanti comunicati stampa che pontificano tra le dimissioni del Sindaco (autore della violenze) ed il ruolo che dovrebbe svolgere il Consiglio comunale, nonostante gli abusi contro la vittima siano continuati per 2 anni all’interno del palazzo del Comune, nella connivenza del silenzio di funzionari, assessori, assessora alle pari opportunità, consiglieri comunali .

La città poteva non sapere?

Ricordiamo anche l’episodio di molestia perpetrato da un “chiaravallese” sulla pelle di una giornalista in diretta televisiva. Prontamente  il Sindaco aveva dato la solidarietà all’uomo.

La violenza contro le donne incontra la riprovazione di tutti, ma se misurata con i casi concreti, le donne non sono credute e non sono aiutate, sono guardate come responsabili della violenza subita.

L’artefice della violenza in questione è un uomo, bianco, acculturato e tronfio del  potere esercitato in quanto Sindaco. Ha avuto prescrizione di non avvicinamento alla donna. Nonostante ciò rimane, dando prova di quanto il patriarcato sia radicato  nella società e nelle istituzioni.

La città si interroghi, invece, su come contrastare la violenza di genere che è questione sociale, attraversa classi sociali, famiglie, generazioni e ha come protagonisti maschi sfuggenti e insospettabili.

Solo rompendo il silenzio, solo esprimendo solidarietà alla vittima, le  donne (quella donna), avranno voce e saranno credute quando vengono violentate, aggredite, molestate.

MOLTO+di194 Rete femminista Marche 

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