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CHIARAVALLE Deceduto Michele Mancini, un eroe chiaravallese

È stato un democristiano convinto e un fervente antifascista che ha partecipato alla ricostruzione amministrativa della città, aveva 98 anni

CHIARAVALLE, 1 dicembre 2020 – Lo piangono tutti perché Michele Mancini per Chiaravalle ha fatto davvero tanto. Se n’è andato domenica a 98 anni, dopo un’esistenza piena, vissuta con intensità sia a livello politico che sociale e nel volontariato.

I familiari hanno diffuso la notizia a tumulazione avvenuta. La descrizione che ne fa Cristiano Candelaresi, sindaco di Chiaravalle dal 1990 al 1994, è fedele.

«È stato uno dei capisaldi della politica chiaravallese, pur da posizioni politiche diverse, con Molinelli, Mancinelli, Bagnarelli, Mario Petrini, uno dei grandi uomini che hanno vissuto il fascismo combattendolo, subendone le conseguenze e poi hanno preso parte alla ricostruzione amministrativa della città. Era un democristiano convinto, autentico e noi socialisti gli rendiamo omaggio: è stato per tutti un punto di riferimento – dice Candelaresi – con cui ho avuto un bellissimo rapporto».

Michele Mancini aveva perduto tanti anni fa la moglie Wilma Nisi e lascia le figlie Milena e Marta. Anche l’Amministrazione comunale lo piange e lo ricorda come “un eroe”.

Michele Mancini

«Durante la Seconda Guerra Mondiale – ricorda il sindaco Damiano Costantini – il suo rifiuto di aderire alla Repubblica Sociale Italiana gli costò la deportazione come internato militare in un campo di lavoro in Germania, dove patì stenti e soprusi inenarrabili. Riuscì a salvarsi e a tornare fortunosamente in patria molti mesi dopo. In seguito, per oltre vent’anni, è stato consigliere comunale a Chiaravalle. Nel 2015 ha rievocato la sua esperienza nel libro “Giorni che furono”. E il 2 giugno dello stesso anno ha ricevuto la cittadinanza benemerita del nostro Comune. Ma il vero onore è quello che lui stesso ha voluto riservare a tutti noi ogni volta che, in occasione delle ricorrenze civili, degli interventi nelle scuole, delle interviste e delle ricerche storiche, ci ha emozionato e illuminato con l’intensità dei suoi racconti, con la forza radicale del suo antifascismo, con il valore della sua intera esistenza. Un esempio di profondo impegno civile di cui gli siamo riconoscenti».

Particolarmente significative le testimonianze di affetto di alcuni chiaravallesi come Giuliano Brandoni, Moreno Menotti, Massimo Bitti. [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”272901″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

Moreno Menotti

«Michele Mancini era una gran persona di grande impegno umano e civile che ha onorato il paese ed il Consiglio comunale portando sempre la sua visione democratica civile e cristiana».

Giuliano Brandoni

«Ho sempre apprezzato Michele Mancini per la sua innata cortesia, la pacatezza, il grande senso civico e l’amore per la città e la nostra comunità. Voglio ricordarlo con un aggettivo che, immagino, gli avrebbe fatto piacere un “democristiano“, nel senso vero del termine, nel richiamo all’appello “agli uomini liberi e forti” che Sturzo pose come base dell’impegno dei cattolici nella vita pubblica. Nel tempo delle abiure rivendicare la propria storia e i propri valori è testimonianza di virtù che uomini come Michele ci hanno dato».

Massimo Bitti

«Era serio, pacato, cortese, gentile, onesto, amante della sua città, esponente di spicco della Democrazia cristiana, mai sopra le righe anche nei dibattiti più accesi. Ricordiamo i dibattiti con Mario Petrini del Pci. Da soldato ha sofferto la detenzione nazista per non aver aderito alla Repubblica Sociale eppure ha avuto il “coraggio“, in una discussione consiliare sul fascismo, di esprimere da buon cattolico il perdono ai nemici che lo avevano catturato. Il suo impegno per la città non fu solo politico ma anche sociale partecipando attivamente alla costituzione della Croce Gialla nella sede storica di via Andrea Costa. Con lui se ne va una persona che dall’opposizione ha contribuito allo sviluppo della città. Ciao Michele. Un abbraccio alle figlie Marta e Milena».

Gianluca Fenucci

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