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Chiaravalle

CHIARAVALLE Emergenza Covid19, servono aiuti: l’appello dei giovani medici

Sono 16, molti neo abilitati, che monitorano i probabili infetti e hanno bisogno di risorse: «Ci mancano dispositivi vitali». Una mail per rispondere alla loro richiesta: [email protected]

 

CHIARAVALLE, 10 aprile 2010 – «Ci mancano soprattutto i dispositivi di protezione individuale, maschere Ffp2, guanti possibilmente lunghi, camici protettivi, calzari e cuffie. Oltre a saturimetri, fonendoscopi, sfigmomanometri e termometri che vorremmo lasciare a domicilio ai pazienti per monitorarli».

Sono tutti giovani i 16 medici dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale che operano dall’ospedale di Chiaravalle e si muovono tra tante difficoltà.  Sono tutti medici marchigiani che hanno tra i 27 ed i 35 anni e vengono da Falconara, Montemarciano, Jesi, Corinaldo, Barbara e una di loro è di Chiaravalle. Molti sono medici neo abilitati e hanno deciso di mettersi subito a disposizione, non appena abilitati alla professione, per aiutare quanto più possibile durante questa emergenza sanitaria.

«Le problematiche principali che hanno rallentato molto l’inizio della nostra attività – dicono – sono date dalla difficoltà di organizzazione da parte dell’Asur e dell’Area Vasta 2. Per questo abbiamo deciso di muoverci autonomamente chiedendo l’aiuto dei privati. La sede operativa è l’ospedale di Chiaravalle, nei locali adibiti alle vaccinazioni, che sono stati attualmente riconvertiti per ospitarci finché sarà necessario. Il nostro territorio da monitorare è piuttosto vasto e comprende i Comuni di Falconara, Chiaravalle, Polverigi, Agugliano, Montemarciano, Camerata Picena e Monte San Vito».

«Per questo motivo si alternano 4 medici per ogni turno in modo da garantire un’assistenza 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20. La nostra attività è rivolta a pazienti Covid positivi o sospetti (quindi con una sintomatologia fortemente sospetta per infezione da Covid) le cui condizioni cliniche permettono una gestione domiciliare. Veniamo contattati dal medico di medicina generale del paziente il quale richiede una visita domiciliare da parte nostra, in modo da valutare le reali condizioni e decidere, in collaborazione con il medico di medicina generale, la terapia e programmare eventuali visite future se necessarie. Inoltre, dovremmo eseguire tamponi domiciliari per confermare l’infezione da Covid-19, anche se attualmente non siamo operativi da questo punto di vista a causa di ritardi nella fornitura dei tamponi stessi».

Sono giovani ma ottimi professionisti questi medici e purtroppo la loro piena operatività è ancora limitata perché scarseggiano le forniture dei dispositivi di protezione individuale.

«Anche i saturimetri e i termometri risultano quasi introvabili e vorremmo invece averne in numero quanto più possibile elevato così da poterli lasciare ai pazienti per effettuare un auto-monitoraggio con controllo giornaliero telefonico dei parametri e quindi delle condizioni generali».

I medici di Chiaravalle hanno istituito una mail del distretto attraverso la quale è possibile contattarli per effettuare donazioni: [email protected].

Gianluca Fenucci

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