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Chiaravalle Giovanni Spinsanti declina l’invito ai festeggiamenti del 2 giugno

«Non me la sento di sentire le parole falsamente convinte di un primo cittadino che si erge ancora a rappresentante di quei valori»

Chiaravalle, 1 giugno 2022 – Ci si appresta a festeggiare la nascita della nostra giovane Repubblica, di quello storico, magico giorno in cui gli italiani hanno deciso di porre la parola fine a qualunque forma di sudditanza, non solo politica imposta dalla dittatura fascista, ma anche morale. Basata su un potere ereditato per diritto di sangue.

Gli italiani avevano imparato la lezione e gli errori politici dell’ultimo re ne avevano stigmatizzato i limiti. Di fatto, in nome della stessa Casa Savoia, pur condito con tanta retorica, molti ragazzi s’erano fatti ammazzare per ultimare l’unità d’Italia. Segno che quel nome tra le trincee del Carso era un valore e trent’anni dopo una vergogna.

Il 2 giugno 1946 rappresentò un sogno la cui realizzazione sembrava insperata solo pochi anni prima. Si esprimeva la voglia di libertà e di poter decidere sul proprio futuro, ma soprattutto la ferma e profonda convinzione di volere affermare l’uguaglianza il rispetto e il valore di ogni individuo.

Di lì a poco questa spinta avrebbe partorito la più bella Costituzione che avremmo mai potuto concepire. La conquista dei valori repubblicani non fu così scontata e il contributo determinante fu dato dalle donne che fino a quel momento non avevano un diritto politico. Finalmente il suffragio divenne davvero universale.

Non mi sorprende pensare che la voglia di libertà fosse più sentita dal genere femminile che mai nella storia aveva avuto troppa voce in capitolo, a parte rare transitorie eccezioni.

Il 2 giugno rappresenta, quindi, oltre che la netta risposta alla barbarie fascista, agli errori imperdonabili di un monarca, una pietra miliare nel percorso dell’emancipazione femminile.

Il mio nome è rimasto negli archivi dell’Amministrazione comunale, probabilmente come ex consigliere, molto inviso a questa Amministrazione, e forse anche più che alla precedente. Probabilmente di default mi è arrivato l’invito a partecipare alle celebrazioni locali, più che per essere il rappresentate di una parte politica.

Temo di essere costretto a declinare l’invito. Proprio non me la sento di sentire le parole falsamente convinte di un primo cittadino costretto a patteggiare per evitare il giudizio dibattimentale senza neanche aver finito di scontare il suo debito; si erge ancora senza vergogna a rappresentante di quei valori.

Quousque tandem!, tuonerebbe giurista attempato.

La presenza del Sindaco suonerebbe ancora più provocatoria della sua atavica arroganza, che ha perso un po’ del suo smalto originale a causa del divenire degli eventi. Intendiamoci, non a me, ma alla stessa istituzione repubblicana, fondata sui principi di libertà, rispetto e servizio.
Ma non sarebbe diverso se a sostituirlo fosse qualcuno della maggioranza che ancora lo sostiene: tutti indistintamente e graniticamente abbarbicati alle proprie poltrone e ai loro piccoli benefit. Hanno avuto la sfrontatezza di asserire che non si dimettono per dovere sociale, perché sono gli unici insostituibili garanti della buona amministrazione. Non siete indispensabili, indispensabile è la dignità, e la coscienza.

Che spettacolo! Dopo di loro il nulla. Non venga nessuno per cortesia: non l’Amicucci assessora, donna, alle dis-pari opportunità del Sindaco. Non ci faccia il sermone l’assessore Favi, dagli orientamenti alternativi, abile retore nel percorrere vie parallele a quelle già esplorate e, ormai non più opportune, durante il Consiglio comunale straordinario. Ma neanche il vice Togni, ingenuo e trasognato delegato al personale, anche lui avvocato che di diritto dovrebbe saperne perlomeno quanto il primo cittadino.


Ho saputo che quest’anno la Costituzione ai ragazzi del 2004 sarà recapitata online. Meglio così. Nessuno si mostri ai ragazzi che si affacciano alla vita politica, non siete voi la testimonianza migliore del valore dell’impegno politico. Nessuno di questa maggioranza deve avere il coraggio di toccare la Costituzione e donarla ai nuovi maggiorenni se non riesce a capire che il diritto è vano se non incarnato sull’etica dei cittadini ed ancor più degli eletti.
Non toccatela, avete sottoscritto altre scelte e intrapreso vie diverse.

Quest’anno per onorare la festa che non vi appartiene lasciate la scena ai pochi funzionari che non hanno mollato; magari una donna, che non ha avuto la sventura di subire il fascino del Sindaco. So che il mio invito non sarà accolto. Se le mie facili previsioni si avverano, chiedo a tutti i chiaravallesi di disertare le evacuazioni orali di questa classe politica e ritagliarsi un po’ di tempo per ascoltare il nostro Presidente, Mattarella, da cui possiamo onorarci di essere rappresentati.
Buon 2 giugno a tutti.

Giovanni Spinsanti, cittadino Italiano, ex Consigliere comunale, coordinatore di Italia Viva

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